Intestazioni HTML: guida all’uso

Raccomandazioni e pratiche comuni per un buon utilizzo delle intestazioni HTML

Le intestazioni all’interno del codice HTML sono elementi ben noti. Sono state però al centro di alcune discussioni sulla semantica: in particolare l’uso del tag h1 ha generato spesso pareri contrastanti per il suo utilizzo nelle pagine diverse dalla homepage.

Seguendo alcune discussioni in rete, e guardando la struttura di alcuni siti come quello di Roger Johansson, ho raccolto alcune indicazioni per una guida il più possibile definitiva, almeno fino alla prossima rivoluzione del web semantico. In questo riassunto ho tenuto conto anche dei requisiti per avere delle pagine quanto più possibile accessibili.

Regole generali per le intestazioni HTML

  • Una sola intestazione h1 per pagina
  • Coerenza, senza saltare nessun livello, passando da h1 ad h2, h3, e così via.

La struttura delle pagine

Homepage

  • h1 per il titolo del sito
  • h2 per i titoli delle sezioni principali o per i titoli dei post (blog)
  • h3, h4, h5… per titoli e sottotitoli secondari, in ordine di importanza

Pagine interne

  • titolo del sito evidenziato con strong o em, ma non h1
  • h1 per l’argomento principale della pagina, o il titolo del post (blog)
  • h2, h3, h4… per sezioni e sottotitoli, in ordine di importanza

L’elemento più delicato è sicuramente il titolo del sito: noterete che nelle pagine interne non è evidenziato da un h1, che invece viene usato per l’argomento specifico della pagina.

Fino a qualche tempo fa ero convinto che fosse bene utilizzare ovunque un h1 sul titolo del sito, ma ho dovuto ricredermi. In effetti non ha senso identificare questo titolo come l’elemento più importante nelle pagine interne, a maggior ragione se parliamo di un blog. In contesti simili è il soggetto del post ad avere maggior rilevanza: l’importante è che il sito sia comunque identificabile, ma questo può essere fatto anche senza utilizzare un’intestazione.

Io seguirò questi criteri nei miei prossimi progetti e nei futuri redesign. Noterete che questo stesso sito segue regole differenti: sono convinto che potrà essere indicizzato ancora meglio dai motori di ricerca con qualche piccola modifica nelle pagine interne.

Voi quali criteri utilizzate per le intestazioni? Siete d’accordo con queste linee guida o fareste diversamente? Lasciate un commento con il vostro parere, potrebbero emergere idee interessanti.

A List Apart in italiano

Nasce la versione italiana di A List Apart, la rivista online per i lavoratori del web.

Ho scoperto la notizia per caso, notando l’account Twitter: è appena nata la versione italiana di A List Apart, una delle voci più autorevoli sul web per i professionisti del web design. Il sito italiano ripropone da Febbraio 2010 tutti gli articoli del sito originali, traducendoli.

E’ un’ottima notizia per chi ha problemi di lingua (anche se l’inglese è ormai un must per chi vuole lavorare sul web) e per la diffusione di questo magazine, che da anni si distingue dalla massa pubblicando due lunghi articoli a settimana.

Il progetto è gestito da Valeria e Carlo Brigatti, a cui ho rivolto qualche domanda.

Ecco le risposte di Valeria:

Come è nata l’idea di Italian ALA? E’ stato complicato realizzarla?

Ho conosciuto A List Apart quando ho cominciato ad occuparmi di web design. Ho da subito trovato gli articoli pubblicati molto interessanti ed istruttivi. Circa un anno e mezzo fa, mi è venuta l’idea di creare una versione italiana del sito, che traducesse sistematicamente tutti gli articoli pubblicati da A List Apart, per offrire alle persone che si occupano di web, ma non padroneggiano l’inglese a sufficienza, la possibilità di tenersi aggiornati agevolmente. Così ho contattato Jeffrey Zeldman e ho proposto la mia idea, che è stata subito accolta con favore, ma ci è voluto più di un anno perché il team di A List Apart avesse chiara in mente la direzione che il mio progetto avrebbe dovuto prendere. Così, a gennaio sono stata ricontattata per dare il via all’operazione.

Chi siete? Cercate collaboratori?

l team di Italian A List Apart è costituito da me e da Carlo Brigatti. Carlo si occupa della gestione tecnica del sito e del suo sviluppo. Inoltre, è l’autore delle bellissime illustrazioni che accompagnano ogni articolo. Io collaboro con Carlo per la parte tecnica (più che altro fornisco direttive che vengono da lui trasformate in realtà :) ) ed eseguo le traduzioni.

Per il momento riusciamo a gestire il carico di lavoro piuttosto bene. Non percepiamo nessun compenso per il lavoro che svolgiamo, quindi preferiamo gestircelo noi fintanto che saremo in grado.

Potete comunque aiutare Italian A List Apart facendolo conoscere nel web italiano e partecipando alle discussioni degli articoli sul nostro sito. Inoltre, a breve saranno disponibili degli spazi pubblicitari che potranno essere acquistati da chi fosse interessato (Happy Cog – creatrice di A List Apart – ci autorizza a tenere i compensi derivanti dalla pubblicità sul sito).

Come mai il sito è basato su Joomla! e non su ExpressionEngine come l’originale?

Come ho già accennato, non abbiamo un budget per Italian A List Apart e per abitudine Carlo ed io lavoriamo con CMS open source e free, pertanto ci siamo orientati fin da subito verso questa scelta. Nello specifico, Carlo conosce molto bene Joomla! e pertanto si è deciso di utilizzarlo come sistema di gestione dei contenuti.

Trovate la versione italiana di A List Apart su italianalistapart.com

MobilePress: blog in versione mobile

Analisi del plugin mobile per Wordpress e download del mio tema gratuito.

Chi gestisce un sito web ormai non può più rinunciare ad avere una versione su misura per i dispositivi mobili. Avevo parlato in passato di soluzioni come Mofuse, ma ho trovato la soluzione ideale per le mie esigenze scoprendo il plugin MobilePress.

Esistono vari plugin per mettere online con pochi clic la versione mobile di un blog WordPress (basti pensare a Wp Touch), ma le grandi possibilità di personalizzazione di MobilePress mi hanno convinto più di ogni altra cosa.

Tra i suoi punti di forza includo:

  • Possibilità di creare temi per la versione mobile, sfruttando le stesse logiche dei temi standard per WordPress
  • Possibilità di fornire un tema esclusivo per iPhone/iPod Touch
  • Nessuna difficoltà di installazione e configurazione

Parlando dei difetti, l’unico che ho trovato riguarda l’interfaccia di amministrazione, in particolare l’assegnazione del tema. Se non riuscite a vedere il template corretto sul vostro iPhone, è perché il tema relativo a questo dispositivo viene assegnato separatamente rispetto a tutti gli altri dispositivi mobili. Sarebbe meglio avere un’impostazione di default per dare inizialmente a tutte le piattaforme lo stesso tema, iPhone compreso.

Scarica il mio tema base

Viste le possibilità che questo plugin mette a disposizione, sarebbe interessante realizzare una raccolta di temi gratuiti per dispositivi mobili, così come succede già su WordPress.org per i temi standard.

Voglio dare il mio contributo mettendo a disposizione la base del mio tema mobile, che ho realizzato modificando quello di default. Ho tradotto alcuni testi, modificato il formato delle date ed ottimizzato il codice HTML riducendolo all’essenziale.

MobilePress Theme (.zip – 14kb):

Potete considerarla come una base di partenza su cui fare le vostre personalizzazioni, come il cambio di colori o l’eliminazione di elementi non rilevanti per una versione mobile. Su tomstardust.com ad esempio ho limitato tutto alla visualizzazione dei soli post, nascondendo le pagine. Il mio tema comunque le include, potete decidere autonomamente come gestirle.

Se avete suggerimenti o consigli su quello che vorreste trovare nella versione mobile di un sito, dite la vostra nei commenti: il futuro della rete passerà sempre più attraverso i dispositivi mobili.

Quando il redesign di un sito non funziona

Il caso di CSS3.info e della sua nuova grafica.

CSS3.info è uno dei siti da seguire per chi vuole rimanere aggiornato sulle ultime novità dei CSS3. Diversi mesi fa ha cambiato proprietario, e come era lecito aspettarsi è arrivato il momento del redesign del sito. Niente di strano, se non fosse che la nuova grafica dopo due settimane dal lancio ha raccolto un centinaio di commenti, quasi tutti negativi.

Quando viene pubblicata la nuova versione di un sito le critiche non mancano mai: ogni cambiamento spaventa. Basti pensare a quello che successe con il redesign di Facebook. In questo caso però il contenuto dei commenti non lascia dubbi: c’è qualcosa che non va, e molti di questi pareri sono ben motivati.

Scelte grafiche sbagliate

L’obiettivo dichiarato dal proprietario è quello di avere una grafica più professionale, pagine più leggere ed una nuova navigazione. Se per gli ultimi due punti l’obiettivo è stato raggiunto, le scelte di design si sono rivelate decisamente sbagliate.

Essendo un sito frequentato in buona parte da web designer, basta scorrere i commenti per trovare alcune critiche sensate, come:

  • colori male abbinati (testo blu su sfondo nero)
  • design troppo piatto
  • header vuoto
  • ombreggiature usate senza criterio

Il confronto con il passato è impietoso: pur non essendo straordinario, il precedente layout era gradevole e chiaro. Inserire un vecchio screenshot nel post che annunciava la nuova versione è stata decisamente una mossa suicida.

L’errore più grave è stato commesso cercando di utilizzare ovunque proprietà dei CSS3 solo perché sono l’argomento del sito. Avere la possibilità di utilizzare una feature non significa che questa debba essere per forza introdotta, anzi.

Versione beta sì, ma senza esagerare

Un altro problema, che evidenzia una gestione decisamente poco seria, è dato dalla prematura messa online di un layout dove mancano totalmente alcuni elementi fondamentali.

Nel momento in cui scrivo manca un box di ricerca, il footer del sito è vuoto, e diverse pagine hanno ancora un aspetto approssimativo.

Non c’è niente di male nel pubblicare un sito nella sua versione beta, magari facendo delle correzioni anche grazie alle segnalazioni dei visitatori, ma c’è comunque una bella differenza tra un design perfezionabile ed uno approssimativo.

Quali sono i vostri pareri sul nuovo CSS3.info? Nonostante tutto, questo caso può servire come insegnamento per il futuro: sicuramente ricorderò esempi come questo per evitare di commettere gli stessi errori.

Le funzioni wp_list_pages e wp_page_menu di WordPress

Un confronto tra le due soluzioni disponibili per creare un menu di navigazione.

Su WordPress esistono due funzioni php essenziali per la gestione dei menu di navigazione: wp_list_pages e wp_page_menu. Che abbiate un semplice blog o un sito più complesso, in ogni caso avrete quasi sempre bisogno di un menu di navigazione, anche solo per includere i link alla homepage, alla pagina about ed a quella dei contatti.

Le due funzioni hanno alcune differenze: wp_page_menu è stata introdotta dalla versione 2.7 e va ad estendere wp_list_pages, che comunque fa ancora egregiamente il suo dovere. Recentemente mi sono imbattuto in queste funzioni per un aggiornamento al tema Stardust, ed ho deciso di condividere quello che ho scoperto.

La funzione wp_list_pages

Se lavorate con WordPress, conoscerete bene questo template tag, esistente ormai da anni:

<?php wp_list_pages(); ?>

Il suo punto di forza sono le possibilità di personalizzazione.

Escludere una pagina dal menu

Una delle opzioni più usate è quella che consente di nascondere dal menu alcune pagine. Per farlo è sufficiente usare il parametro exclude (in questo caso elimina dall’elenco le pagine con ID 1 e 7:

<?php wp_list_pages('exclude=1,7'); ?>

Mostrare solo le pagine di primo livello

Un altro parametro molto utile è depth, che permette di nascondere tutte le sottopagine e controllare la profondità del menu:

<?php wp_list_pages('depth=1'); ?>

In questo caso, depth=1 mostra solo le pagine di primo livello.

Nascondere il titolo

Se invece non avete bisogno del titolo prima dell’elenco delle pagine, ad esempio perché il menu non è nella sidebar ma disposto in orizzontale, potete usare il parametro title_li:

<?php wp_list_pages('title_li='); ?>

La funzione wp_list_pages offre ottime possibilità di personalizzazione, e spesso è più che sufficiente. Per tutti i dettagli vi consiglio di consultare anche la pagina ufficiale su WordPress.org, dove sono illustrati i parametri utilizzabili ed i rispettivi valori.

La funzione wp_page_menu

Dalla versione 2.7 di WordPress è stato introdotta la funzione wp_page_menu, che aumenta le possibilità a disposizione degli sviluppatori. La differenza principale con wp_list_pages è nel codice che viene generato, e nella possibilità di mostrare un link alla homepage.

Usando la funzione

<?php wp_page_menu(); ?>

Questo sarà l’HTML creato:

<div class=”menu”>
  <ul>
    <li class=”current_page_item”><a href=”…” title=”…”>Pagina attiva</a></li>
    <li class=”page_item”><a href=”…” title=”…”>Pagina</a></li>
    …
  </ul>
</div>

Non c’è quindi bisogno di aggiungere codice HTML intorno alla funzione php, tutto il necessario viene generato automaticamente.

Cambiare la classe associata al menu

Per cambiare la classe del menu, è sufficiente usare il parametro menu_class:

<?php wp_page_menu('menu_class=navigation'); ?>

Mostrare un link alla home nel menu

La novità principale però riguarda il parametro per includere automaticamente un link alla homepage:

<?php wp_page_menu('show_home=1'); ?>

Utilizzando wp_list_pages questo era possibile solo inserendo manualmente nel template un link alla home, ma è una soluzione poco elegante. Inoltre possono esserci problemi quando la prima pagina del blog è una pagina statica: il link alla homepage apparirebbe duplicato.

Con wp_page_menu questo non accade: con un parametro è possibile gestire tutto senza problemi.

Altri parametri

Una caratteristica non è specificata sulla documentazione ufficiale, ma è fondamentale: la funzione wp_page_menu supporta tutti i parametri di wp_list_pages, essendo un’estensione di quest’ultima.

Se ad esempio volete creare un menu con classe “nav”, mostrando anche la homepage e solo un livello di profondità, questa è la funzione:

<?php wp_page_menu('menu_class=nav&show_home=1&depth=1'); ?>

Potete approfondire il discorso sulla pagina di wordpress.org dedicata alla funzione, ricordandovi quindi anche di wp_list_pages.

Quale funzione utilizzare?

La presenza di due funzioni simili potrebbe confondere le idee, ed in effetti viene da chiedersi quale sia l’utilità del conservarle entrambe. La risposta è da cercare nella retrocompatibilità per le vecchie versioni di WordPress.

Se però dovete sviluppare un nuovo tema e non avete problemi di questo tipo, il mio consiglio è di sfruttare fin da subito wp_page_menu. I vantaggi non sono incredibili ma ci sono: i vostri visitatori non noteranno niente di diverso, ma voi avrete un codice più facile da mantenere.

Cultura Senza Barriere 2010: il resoconto

Qualche riflessione dopo aver participato al convegno Cultura Senza Barriere.

Sono tornato da Padova dopo aver partecipato a Cultura Senza Barriere, l’evento che avevo presentato su questo blog qualche settimana fa. E’ stato un convegno veramente interessante, con interventi più classici e meno collaborativi rispetto alla realtà dei barcamp, ma comunque la qualità dei talk a cui ho assistito è stata eccellente.

Il merito è sicuramente di Marco Bertoni e di tutti coloro che hanno pensato all’organizzazione dell’evento, con l’ottimo supporto dell’Università di Padova.

Si è parlato di accessibilità, del mercato dell’editoria e della guerra tra ebook reader, di marketing, di web analytics, di usabilità e molto altro: gli argomenti erano tanti e tutti interessanti, suddivisi in 60 seminari completamente gratuiti.

Per quanto mi riguarda è stata davvero una bella esperienza: ho conosciuto ottimi professionisti della rete, ed è stato bello avere dei feedback positivi sul mio intervento. Sicuramente il contesto mi ha aiutato a ricevere consensi parlando di usabilità ed accessibilità: ma sono stato comunque molto contento di trovare persone interessate a certe tematiche.

Uno degli aspetti migliori è stato conoscere altri web designer che fanno il loro lavoro con criterio, preoccupandosi di ottenere sempre il miglior risultato possibile. Fermandosi ad osservare solo la realtà di certe web agency italiane che lavorano in modo approssimativo potrebbe essere facile demoralizzarsi, ma fortunatamente non esiste solo quel mondo. Eventi come Cultura Senza Barriere servono anche a questo: se eravate presenti (relatori e non) mi piacerebbe conoscere le vostre impressioni, sono convinto che in Italia ci sia un grande bisogno di occasioni simili.

Se non eravate a Padova e volete dare un’occhiata alle slide del mio intervento, le trovate qui sotto. Spero siano abbastanza chiare anche senza spiegazioni.

In questa pagina di SlideShare potete vedere alcune delle altre presentazioni tenute a Cultura Senza Barriere 2010.

Mouse, cursori ed usabilità

Consigli utili per migliorare l’esperienza di navigazione grazie al cursore del mouse.

Il mouse è uno degli strumenti più utilizzati per navigare le pagine web, ed il cursore del mouse è il principale indicatore a disposizione. Le forme che può assumere non sono casuali, e ad ognuna corrisponde un preciso significato.

Lavorando con i CSS, può capitare di cambiare stile al cursore del mouse in corrispondenza di determinate azioni, ma è sempre bene non esagerare. La creatività infatti è da apprezzare finché non va contro anni di consuetudini.

Un chiaro esempio di quanto sia importante il feedback offerto dal puntatore del mouse si ha sui link di una pagina, sia testuali che in altra forma: vedere apparire la classica mano al posto della freccia indica che l’oggetto in questione è proprio un link con cui è possibile interagire.

Cambiare questo comportamento non solo è sbagliato, ma può confondere gli utenti: è fondamentale evitare di modificare questo tipo di feedback.

Un altro esempio è quello dei campi input e delle textarea dei form. In questo caso il cursore cambia forma per indicare un diverso tipo di interazione, ed è bene che questo feedback sia sempre presente. Anche quando si utilizzano tecnologie diverse da HTML e CSS (vedi Flash), è necessario ricordarsi di tale comportamento per non disorientare l’utente.

Un caso in cui è sempre utile un intervento tramite CSS è quello dei tasti submit dei form. Il cursore infatti normalmente non cambia forma al mouseover. E’ un comportamento diffuso ed al quale siamo abituati, ma niente vieta di migliorare l’usabilità del proprio sito con una modifica semplice, aggiungendo cursor: pointer allo stile di tali elementi.

Sono piccoli accorgimenti che possono fare la differenza: anche se il mouse non è l’unico strumento utilizzato per navigare il web, è sicuramente il più diffuso. Il cursore è uno dei primi strumenti a disposizione per dare un feedback all’utente, sarebbe ingenuo non preoccuparsene.

Potete approfondire l’argomento leggendo anche Usability Post: Mouse Cursor Affordance.

La logica dell’iPad ed il computer del futuro

E’ arrivato il momento di dire addio a file e cartelle nei sistemi operativi?

Con il futuro iPad, Apple sembra aver fatto un altro passo avanti per dimenticare il file system e l’organizzazione dei documenti sul sistema operativo. In un articolo di maggio 2009 avevo fatto delle previsioni che si sono avverate dopo l’ultima presentazione di Steve Jobs, e ora sta diventando interessante scoprire le altre novità che iPad cela al suo interno.

Leggo infatti su AppleInsider grazie alla segnalazione di Folletto:

[..] iPad apps can now specify that their documents be shared wirelessly. With that configuration, the iPad will make available each apps’ documents, allowing the user to wirelessly mount their iPad via WiFi and simply drag and drop files back and forth between it and their desktop computer.

On the desktop system, the iPad will show up as a share containing a documents folder for each app that enables sharing. For example, a user with iWork apps will be able to wirelessly connect to their iPad as if it were a directly connected drive, and simply drag spreadsheet, presentation, or word processing files between their local system and the mobile device as desired.

Documents copied to the app’s shared folder will be graphically presented by the app when it launches, sparing users from having to figure out where to look for their document files and avoiding any need to sort through different kinds of documents. The document listing also presents each file as a large preview akin to Quick View on the Mac OS X desktop. [..]

In pratica l’iPad verrà visto come un drive esterno in cui poter copiare tutti i documenti: sarà compito di ogni applicazione riconoscere automaticamente quelli associati, permettendo di accedervi all’apertura.

Una soluzione del genere ha ovviamente dei limiti, ma è un ottimo compromesso visto lo scopo del dispositivo.

La giusta chiave di lettura del nuovo prodotto Apple viene illustrata benissimo anche in un post di Steven Frank, tradotto in italiano da Riccardo Mori sul suo blog.

Fino ad ora i computer ci hanno permesso di eseguire migliaia di compiti, a scapito di usabilità, stabilità ed efficienza. Il futuro invece potrebbe riservarci un panorama molto più semplice, che sarà il risultato di anni di miglioramenti progressivi nell’interfaccia uomo-macchina.

In questo scenario l’utente perde logicamente dell’autonomia, ma siamo sicuri che sia sempre positivo lasciargli tutta questa libertà?

La questione non è semplice, e la risposta non è univoca: per determinati compiti sarà comunque indispensabile avere il pieno controllo della piattaforma, ma questo vale solo per casi particolari. L’utente medio non vuole pensare agli aggiornamenti, ai backup ed ai virus: non è un caso che il discorso sia stato sollevato anche da Google parlando di Chrome OS.

Attraverseremo un periodo di transizione dove tutte queste tematiche saranno definite in maniera più chiara: ci saranno sicuramente progetti più riusciti ed altri meno, ma forse nei prossimi anni riusciremo ad interagire con strumenti molto più vicini a noi.

The Smashing Book: la recensione

Pregi e difetti del libro di Smashing Magazine.

Dopo vari mesi di attesa, ho ricevuto qualche tempo fa la mia copia del libro di Smashing Magazine, ordinato il giorno stesso dell’annuncio. Avevo in mente di recensirlo, ma ho preferito finire di leggerlo prima di esprimere giudizi affrettati, e per questo è passato un po’ di tempo dal giorno della consegna.

Prima di tutto bisogna chiarire che The Smashing Book è un libro che tratta molti argomenti legati al web design. Chi segue il sito saprà cosa aspettarsi: si parla di usabilità, CSS, tipografia e User Interface Design, in dieci capitoli approfonditi singolarmente da vari professionisti della rete.

I capitoli

Ogni sezione è dedicata esclusivamente ad un aspetto, ed è stato un piacere scoprire come il libro sia decisamente concreto e non si perda in troppi discorsi inutili. I capitoli vanno subito al punto, hanno solo alcuni riferimenti a siti internet, e la lettura è agevole. Non si tratta quindi di una riproposizione cartacea degli articoli di Smashing Magazine: i temi sono stati completamente rielaborati perché la lettura fosse qualcosa di nuovo e utile.

The Smashing Book è suddiviso nei seguenti capitoli:

  1. User Interface Design in Modern Web Applications
  2. The Art and Science of CSS Layouts
  3. Typography: Rules, Guidelines and Common Mistakes
  4. Usability Principles for Modern Websites
  5. The Ultimate Guide to Fantastic Color Usage in Web design, Usability and Experience
  6. Performance Optimization for Websites
  7. Design to Sell – Increasing Conversion Rates
  8. How to turn a site into a Remarkable Brand
  9. Learning from Experts – Interviews and Insights
  10. The Smashing Magazine Story

Un buon acquisto?

Se siete interessati agli argomenti trattati da Smashing Magazine, The Smashing Book è un acquisto che consiglio senza riserve.

Paragonandolo ad altri testi, che spesso costano anche 40-50€, il prezzo è assolutamente conveniente (nel momento in cui scrivo 23,90€).

Si tratta di un libro generalista, quindi non troverete un singolo argomento approfondito in maniera dettagliata, ma vi offrirà molti spunti interessanti da tenere presenti nei vostri prossimi progetti. Personalmente ho trovato ottime le sezioni su User Interface Design ed Usabilità. La parte dedicata ai CSS Layouts mi ha invece lasciato indifferente: sicuramente una questione di punti di vista, ad altri potrebbe interessare di più.

Se volete potete leggere due capitoli che sono stati pubblicati gratuitamente:

Per chi ha un blog, è comunque notevole anche la parte riguardante la storia di Smashing Magazine: viene descritto in dettaglio il percorso intrapreso dai due creatori del sito, raccontando difficoltà e strategie e ponendo l’accento sul tempo dedicato alla scrittura dei singoli post: in alcuni casi si parla anche di una giornata intera.

Nessun difetto?

In realtà c’è anche qualcosa che non va: sono presenti alcuni errori di stampa, e le immagini in alcuni casi non sono ben correlate al testo adiacente. Ho avuto più di una volta la sensazione che un’immagine avrebbe dovuto essere nella pagina precedente/successiva, ma questi sono comunque difetti marginali.

The Smashing Book è un acquisto che consiglio, a meno che non vi consideriate veramente esperti in tutti gli argomenti trattati: in quel caso il libro non avrà molto da insegnarvi. Potete leggere la descrizione dettagliata dei capitoli ed acquistare il testo direttamente sul sito ufficiale.

Cultura Senza Barriere 2010

Un evento da non perdere per i professionisti del web: 18-20 Febbraio, Padova.

Il mese prossimo si terrà a Padova il convegno Cultura Senza Barriere, da giovedì 18 a Sabato 20 Febbraio. L’evento è organizzato da Marco Bertoni ed Andrea Femminini, ed è totalmente gratuito. Nei tre giorni a disposizione ci saranno numerosi seminari: il mio consiglio è di non perdervi questo appuntamento, perché il programma prevede oltre 40 interventi ed è richiesta solo la registrazione.

Si parlerà di accessibilità, usabilità, web analytics e SEO, non mancheranno gli interventi su architettura dell’informazione e user experience, e ci sarà un occhio di riguardo per le tecnologie assistive e l’open source.

E’ una grande occasione per imparare qualcosa e conoscere altri lavoratori del web: incontri come questo sono un ottimo modo per stringere amicizie ed avviare nuovi rapporti lavorativi.

Il mio intervento

Sarò presente anche io con un intervento, intitolato “Non solo blog: WordPress usabile e accessibile”. Potete leggere la breve presentazione direttamente sul sito dell’evento, mi farà molto piacere se deciderete di iscrivervi e venire ad ascoltarmi. Chi ci sarà di voi?

Trovate il programma completo dei seminari, la descrizione dei relatori e gli orari sul sito dell’evento. Il convegno inaugurale si terrà la mattina di giovedì 18 nell’Aula Magna del Palazzo del Bò, e per assistervi è richiesta una registrazione apposita. Tutti i seminari invece saranno dal pomeriggio del 18 presso la facoltà di Psicologia dell’Università di Padova: scegliete quelli che vi interessano e registratevi, vi aspetto.