L’utopia del codice HTML valido

Uno spunto di riflessione sulla realizzazione di progetti con codice HTML valido.

Perchè esistono gli standard HTML? La risposta è semplice: deve esserci una base comune su cui poter sviluppare, e questa base deve essere capita e condivisa da tutti, per evitare incomprensioni e incompatibilità.

I problemi

In questo scenario, esistono numerose società che sviluppano applicazioni e tecnologie basate su un linguaggio come l’HTML: il loro nemico più grande è il codice non valido. Basti pensare a come sarebbe molto più semplice lavorare sempre su pagine validate, prive di errori e warning, anche semplicemente durante lo sviluppo di un sito web. Se però iniziano ad essere presenti errori e codici non standard, ecco che una gran parte del tempo verrà impiegato per correggere questi problemi. Se si parla poi di progetti come la creazione di un nuovo motore di rendering o di un browser, il tempo perso in questa direzione sarà ancora maggiore.

A questo proposito è illuminante un post di Rebuilding the Web riguardo al linguaggio HTML ed all’importanza della sua validità. L’autore dell’articolo racconta la sua esperienza in una piccola azienda che progettava la realizzazione di un browser standard-compliant: era impossibile pensare di gestire tutte le eccezioni generate dal codice non valido con un piccolo team di lavoro. Per questo i motori di rendering sul mercato restano sempre gli stessi, a meno che qualche soggetto importante non decida di investire, potendoselo permettere. Anche Apple e Google hanno deciso di puntare su Webkit (open-source) per Safari e Chrome piuttosto che realizzare un proprio rendering engine: la spesa sarebbe stata troppo elevata.

Meno del 10% del web ha codice valido

La colpa di tutto questo è proprio da ricercare nella diffusione del codice HTML non valido: se l’intero web non avesse errori non ci sarebbero problemi, ma è chiaro che questa rimarrà un’utopia. In passato ci sono state anche delle discussioni sul comportamento dei browser: c’era chi proponeva di visualizzare solo le pagine con codice valido, ma questo significherebbe impedire l’accesso a più del 90% dei siti web.

I dati che si trovano sulla rete sono impressionanti:

  • una ricerca del 2001 di Dagfinn Parnas, analizzando i siti indicizzati su dmoz.org, ha rivelato che solo lo 0.71% aveva codice HTML valido.
  • nel 2006 Rene Saarsoo ha ripetuto lo studio, ed i siti validi erano diventati il 2.58%.
  • un progetto di ricerca di Opera del 2008, chiamato MAMA, ha analizzato 3 milioni e mezzo di pagine e quelle valide erano il 4.13%.

Fortunatamente la tendenza è in aumento, ma i numeri restano ridicoli ed per ora ben poco influenti.

L’utopia di un web migliore

Con un quadro di questo genere, è facile comprendere come le conseguenze del codice HTML non valido riguardino tutti. Se utilizzate un qualsiasi browser, o a maggior ragione uno screen reader, un editor WYSIWYG o un motore di ricerca state pagando la presenza di milioni di pagine web errate. Enormi risorse continuano ad essere investite per gestire gli errori contenuti in queste pagine, ed in futuro lo scenario non sarà molto diverso.

Non esiste una soluzione immediata al problema, ma se una pagina web può essere validata senza grande sforzo, perchè non impegnarsi a raggiungere questo obiettivo? Anche questi sono costi di sviluppo da considerare, ma esistono anche dei vantaggi: una pagina valida non ha problemi ad essere visualizzata in tutti i browser e viene indicizzata senza problemi dai motori di ricerca.

Nel vostro prossimo progetto pensate seriamente alla validità del codice HTML, con un minimo di attenzione in più darete il vostro contributo per un web migliore.

[foto: Heberger Site]

Web Design 2010

Cosa cambierà nel mondo del web design durante il 2010? Qualche previsione per il prossimo anno.

Arrivati a fine anno, è giunto il momento di tirare le somme e fare delle previsioni su cosa accadrà nel 2010 nel mondo del web design.

Difficilmente ci saranno delle rivoluzioni, ma certe tendenze già viste alla fine del 2009 inizieranno ad affermarsi. Alcuni siti che nasceranno potranno usare HTML 5 ed i CSS3 senza problemi: sperimentare è ormai un dovere per non farsi cogliere impreparati..

Cosa aspettarsi quindi nel 2010? Ecco alcune previsioni.

HTML 5

Lo standard per il futuro dell’HTML è già stato ufficializzato dal W3C durante il 2009. Sono già stati fatti alcuni esperimenti interessanti, ma è logico aspettarsi che durante il prossimo anno l’HTML 5 sarà ancora più utilizzato.

Non ho mai nascosto la mia preferenza per l’XHTML, e per ora questo sito continuerà ad utilizzare tale specifica, ma se in questo momento decidessi di partire con un nuovo progetto sarei seriamente tentato di provare le potenzialità dell’HTML 5.

CSS 3

I CSS sono sempre stati in evoluzione continua: anche i browser ad ogni aggiornamento supportano funzioni sempre nuove. Ormai non serve più attendere l’ufficialità del W3C: molti produttori permettono di sperimentare i nuovi moduli dei CSS prima che questi diventino uno standard (ad esempio usando i prefissi moz- o webkit-).

Durante il 2009 ho già parlato di Web Fonts e Flexible Boxes, e nel 2010 ci saranno sicuramente altre novità in questo senso.

Internet Explorer 6

Per qualcuno IE6 è già defunto, ma la realtà lo dà ancora vivo e vegeto, assestato intorno al 10% del market share. Sono cifre ancora ragguardevoli, ma ormai le cose stanno cambiando. La tendenza è già chiara, ed il 2010 sarà l’anno giusto per vederlo sparire.

Il problema in Italia rimangono le pubbliche amministrazioni e gli uffici dove si continuano ad utilizzare vecchi computer, ma per quello purtroppo non c’è soluzione a breve termine.

La guerra dei browser

Mettendo da parte il discorso relativo a IE6, la guerra dei browser nel 2010 si farà ancora più interessante. Google Chrome ha superato in brevissimo tempo i numeri di Safari, e l’introduzione del ballot screen in Europa potrebbe riservare alcune sorprese.

Non resta che tenere sotto controllo le statistiche e seguirne l’evoluzione: Internet Explorer potrebbe anche perdere quote rilevanti.

Chrome OS

Infine nel 2010 nascerà il sistema operativo made in Google, e questa è già una notizia. Concepito per essere utilizzato solo con una connessione attiva, non sarà il massimo per il panorama italiano, ma ancora una volta a Mountain View hanno indicato la strada da seguire. Il futuro dei nostri dati è online, e Chrome OS sarà un primo importante passo in quella direzione.

Con questo post ho voluto tracciare un quadro generico per il prossimo anno: ci saranno sicuramente altre novità oltre a quelle citate, ma il 2010 sarà comunque un anno importante. Se avete altre previsioni da fare lasciate un commento: aspetto anche i vostri pareri.

Microsoft e la scelta del browser

Le possibili conseguenze dell’introduzione del “ballot screen” nei sistemi operativi Windows.

Schermo per la selezione del browserL’Unione Europea ha annunciato l’accordo con Microsoft: da Aprile 2010 tutti i sistemi operativi della casa di Redmond (Windows Xp, Vista e 7) dovranno permettere all’utente di scegliere quale browser utilizzare, senza imporre Internet Explorer.

Potete leggere maggiori dettagli a riguardo su Punto Informatico: la cosa fondamentale da sapere è che la novità riguarderà tutti i computer europei dove IE è il browser predefinito, e sarà possibile scegliere tra dodici alternative. La lista dei browser verrà aggiornata ogni sei mesi, ed inizialmente prevederà:

  • Internet Explorer
  • Firefox
  • Chrome
  • Safari
  • Opera
  • K-Meleon
  • AOL
  • Slim Browser
  • Maxthon
  • Avant Browser
  • Flock
  • Sleipnir

La decisione sembra rilevante, anche se la sentenza della UE alla fine ha coinvolto browser con percentuali di mercato minime. La concorrenza doveva essere garantita, ma adesso i tanti nomi entrati in gioco rischieranno di confondere ancora di più gli utenti.

Per gli sviluppatori cambierà qualcosa? Impossibile prevederlo con precisione, ma è quasi certo che la maggior parte degli utenti continuerà a scegliere ciò che conosce meglio, ed Explorer resterà a farci compagnia ancora per molto tempo.

Proviamo ad immaginare quello che succederà sul computer di un utente medio con IE come browser predefinito:

  • l’utente che vuole accedere ad internet e si troverà davanti una schermata mai vista
  • gli verrà detto di scegliere tra dodici alternative, la maggior parte mai sentita prima
  • riconoscerà l’icona o il nome di Internet Explorer e lo selezionerà

Sarà interessante vedere le statistiche di utilizzo dei browser nel periodo immediatamente successivo all’introduzione del ballot screen, ma difficilmente ci saranno rivoluzioni: molto dipenderà anche da come sarà presentata la selezione. Per il momento l’unica anteprima a disposizione mostra un elenco con scrollbar orizzontale, che avvantaggerà i primi browser dell’elenco. Secondo voi cambierà qualcosa?

Regali di Natale: alcune idee interessanti

Qualche regalo utile per geek ed appassionati di tecnologia.

Dopo i suggerimenti degli anni scorsi, torna l’appuntamento con il post dedicato ai regali di Natale. Ho riunito alcune idee originali, sperando possano tornare utili a qualcuno: non sono oggetti per tutti, ma potrebbero fare felici molti geek.

GelaSkins

Gelaskins

Cover di tutti i tipi, realizzate da più di 100 artisti, per computer portatili, iPhone, Blackberry ed iPod. Alcune sono più vistose, e sinceramente non so se sarei disposto a coprire un MacBook con una pellicola così appariscente, ma quelle per smartphone sono veramente belle.

Sito web: GelaSkins

T-Shirt: Binary Tree e Dexter

binary tree t-shirt e dexter t-shirt

Ho scelto due magliette tra le tante disponibili online: Binary Tree e Dexter. I siti di riferimento spediscono anche in Italia, ed hanno diversi altri modelli interessanti.

Retro Floppy Disk Notebook

Floppy Notebook

Il nome dice tutto: un semplice blocco note con la forma di un vecchio floppy da 3.5”. Per nostalgici.

Retro Floppy Disk Notebook

Drobo

Drobo

Drobo è una soluzione interessante (ma non altrettanto economica) per il backup dei propri dati. E’ un hub in cui possono essere inseriti fino a quattro hard disk SATA da 3.5”: grazie ad una soluzione proprietaria chiamata BeyondRAID garantisce la sicurezza dei dati anche in caso uno dei dischi interni si rompa. Può essere collegato ad un computer tramite Usb 2.0 o Firewire 800.

Data Robotics: Drobo

My Book World Edition

Mybook World Edition

Questo è stato un mio recente acquisto: il Western Digital My Book World Edition è un hard disk di rete, che collegato tramite cavo ethernet al router permette di essere letto e scritto da tutti i computer della casa. Lo consiglio come soluzione alternativa per chi ha bisogno di un disco di backup. Ha anche alcune funzioni supplementari interessanti, come la possibilità di programmare dei download gestiti automaticamente dal disco: basta fornirgli l’url del download e scaricherà il file senza bisogno di lasciare il computer acceso. I file possono essere letti anche in remoto grazie al servizio MioNET di Western Digital.

Western Digital My Book World Edition

Sony Reader Pocket Edition

Sony PRS-300

Questo Natale gli eBook reader sono tra gli oggetti tecnologici più chiacchierati: basta seguire le discussioni su Friendfeed per notare l’attenzione del mondo geek a riguardo. Uno dei più compatti è il PRS-300 della Sony, che però in questo momento non è ancora disponibile in Italia. Se andate all’estero, dategli un’occhiata: permette la lettura di praticamente tutti i formati conosciuti, compresi i .pdf, che possono essere caricati direttamente sul dispositivo.

PRS-300: Sony Reader Pocket Edition

Kindle DX

Il Kindle DX di Amazon

Parlando di eBook Reader, non poteva mancare il Kindle di Amazon. E’ sicuramente una soluzione più costosa, che ha dalla sua alcuni vantaggi come il grande schermo, ma anche dei difetti. Non è infatti possibile caricare file direttamente sul lettore, ma è necessario convertirli passando per Amazon.

Amazon Kindle DX

Videogames su Play.com

Play.com

Per chi ha una console, play.com è il sito da tenere sempre presente. In questo periodo le offerte prenatalizie non mancano: ci sono titoli in vendita a meno di 20€, ma anche le ultime novità intorno ai 50€. Batman: Arkham Asylum, Mass Effect, Dead Space, ed i più recenti Modern Warfare 2, Assassin’s Creed 2 e Dragon Age: Origins.

Sito web: play.com

Se avete altri regali da suggerire lasciate un commento, potreste aiutare qualcuno nella scelta. Trovate anche altre idee nei post dedicati ai regali natalizi del 2008 e del 2007.

Come personalizzare i default Widget di WordPress

Una guida alla creazione di Widget personalizzati per Wordpress.

Wordpress LogoWordPress include una serie di widget molto utili, che possono essere inseriti fin da subito all’interno di ogni tema. Possono essere visualizzati gli ultimi commenti, i post più recenti ed una serie di altre informazioni utili gestendo tutto dal pannello di amministrazione.

Spesso però i default widget sono limitati e non adatti a tutte le occasioni: potreste avere la necessità di eliminare una particolare categoria dagli ultimi post, o di modificare il codice html con cui viene presentato il box di ricerca.

La soluzione fortunatamente esiste e non è complessa: è possibile infatti recuperare i widget esistenti, modificarli e farli apparire sul pannello di amministrazione accanto a quelli standard.

Aggiornamento 2022: WordPress è cambiato nel tempo e i default Widget ora sono suddivisi ognuno nel suo file, all’interno della cartella wp-includes/widgets. Le istruzioni di questo post restano valide.

I passi da seguire

Se avete un minimo di basi di php, creare i vostri widget è semplice. Questa è la procedura in sintesi:

  1. Aprite il file wp-includes/default-widgets.php, dove sono presenti tutti i widget di default.
  2. Individuate il widget da personalizzare. Ognuno ha qualche riga di commento che ne chiarisce la funzione, ma i nomi delle classi sono già autoesplicativi: WP_Widget_Search, WP_Widget_Recent_Comments, WP_Widget_Tag_Cloud, ecc.
  3. Copiate tutto il codice del widget che vi interessa dentro il file functions.php del vostro tema (se non l’avete, createlo).
  4. Personalizzate il nome della classe in tutte le sue occorrenze e le altre informazioni necessarie (ad esempio la descrizione che appare sul pannello di amministrazione).
  5. Modificate il codice secondo le vostre esigenze. Qualche esempio? Personalizzare i link del widget meta, cambiare il form nel widget della ricerca, mostrare gli ultimi post di una specifica categoria… le possibilità sono infinite.
  6. Aggiungete subito dopo la definizione del nuovo widget, nel file functions.php, la riga
    register_widget('nome_del_widget_personalizzato');

I vantaggi di questo metodo sono notevoli:

  • Non è necessario conoscere php approfonditamente, basta saperlo leggere per poter aggiungere qualche riga di codice
  • E’ possibile aggiornare WordPress senza problemi
  • Il nuovo widget appare sul pannello di amministrazione, e può essere usato anche da utenti non esperti (l’ideale quando si ha a che fare con clienti poco tecnici)

Se decidete di personalizzare i widget, fate però attenzione: non modificate direttamente il file default-widgets.php, è bene che il core di WordPress resti intatto. Utilizzare functions.php è l’ideale: eviterete possibili problemi e soprattutto potrete aggiornare WordPress senza preoccupazioni. Gli update della piattaforma sono frequenti e spesso essenziali per motivi di sicurezza, non è mai bene vincolarsi ad una particolare versione.

Pirobox: la nuova versione

Un ottimo plugin per la visualizzazione di immagini, realizzato in Italia.

Screenshot di Pirobox in azionePirobox è un plugin di jQuery per la creazione di gallerie di immagini. E’ una creazione tutta italiana, e ne avevo già parlato in passato su questo sito. Mi ha fatto molto piacere scoprire che Diego Valobra, il suo creatore, ne ha appena rilasciato la nuova versione con alcuni miglioramenti:

  • diminuito il peso del codice, per una maggiore velocità di caricamento: da 25kb a 11kb
  • implementata la navigazione da tastiera
  • controllo sui link errati, che non fermano lo script ma visualizzano un’immagine di avviso
  • riposizionamento automatico delle immagini durante lo scroll della pagina
  • png fix per Explorer 6

Tutto questo si aggiunge all’ottimo lavoro che Diego aveva già fatto. Sono notevoli anche le opzioni di personalizzazione: tre skin sono già pronte (nera, bianca e trasparente), e c’è la possibilità tramite alcuni parametri di decidere la posizione delle frecce di scorrimento nelle gallerie di immagini (alla base dell’immagine o ai lati della pagina).

Se nel vostro prossimo progetto avete bisogno di uno script simile a Lightbox per mostrare anteprime di immagini, provate Pirobox. Alcuni dettagli come la navigazione da tastiera possono fare la differenza, e l’implementazione non richiede tag aggiuntivi nel codice: è sufficiente una classe html per abilitare lo script, in modo semplice e pulito.

Per vedere le demo e le caratteristiche di questo plugin in dettaglio vi rimando alla pagina ufficiale di Pirobox.

Ombre cross-browser con i CSS, senza immagini

Come sfruttare la proprietà box-shadow dei CSS3 ed ottenere risultati simili anche su Internet Explorer.

La proprietà box-shadow (CSS3) permette di applicare ombre ad elementi contenitori di tipo block. Funziona in maniera simile alla proprietà text-shadow, ma il W3C al momento ne ha sospeso l’approfondimento per studiarne l’implementazione in maniera più approfondita.

Come funziona box-shadow?

La proprietà può essere utilizzata su Firefox 3.5 e sui browser basati su webkit (Safari e Chrome) con i soliti prefissi:

  • -moz-box-shadow per Firefox
  • -webkit-box-shadow per Safari e Chrome

L’espressione è semplicemente:

box-shadow: 5px 5px 10px #000;

dove i parametri sono nell’ordine:

  • la distanza dell’ombra in orizzontale ed in verticale
  • il raggio
  • il colore

Ho notato che tra i browser webkit la resa è migliore su Safari: Chrome pur visualizzando l’ombra ha qualche problema con gli angoli ed il loro arrotondamento.

La soluzione per Internet Explorer

La cosa interessante, scoperta per caso sul blog di Nick Dunn, è che con alcuni hack è già possibile sfruttare questa proprietà per ottenere un risultato valido anche su Internet Explorer.

Esistono infatti alcuni filtri proprietari della Microsoft che in queste circostanze sono l’unica soluzione possibile. Era già successo per i .png trasparenti su IE6, e la situazione è analoga anche in questo caso. Combinando i filtri Glow e Shadow, o ancora meglio utilizzando solamente Shadow è possibile ottenere un’ombra molto simile su tutte le versioni di Explorer, a partire dalla 5.5.

Il codice necessario è il seguente, da inserire in un commento condizionale:

filter:
    progid:DXImageTransform.Microsoft.Shadow(color=#eeeeee,direction=0,strength=7)
    progid:DXImageTransform.Microsoft.Shadow(color=#dddddd,direction=90,strength=10)
    progid:DXImageTransform.Microsoft.Shadow(color=#dddddd,direction=180,strength=10)
    progid:DXImageTransform.Microsoft.Shadow(color=#eeeeee,direction=270,strength=7);

Color e strenght dell’ombra possono ovviamente essere modificati secondo le necessità.

Demo

box-shadow

Ho realizzato una pagina dimostrativa di questo effetto.

Il risultato cambierà leggermente a seconda del browser utilizzato, ma resterà comunque coerente. La soluzione non è esente da difetti, ma è un buon compromesso per aggiungere dettagli in più ad un design senza appesantirlo con delle immagini. C’è anche da considerare che spesso è complicato dare un’ombra ad un contenitore, soprattutto se questo ha delle dimensioni variabili: l’unica soluzione è utilizzare del codice html superfluo o adottare questo metodo.

I difetti principali che ho riscontrato sono:

  • CSS non valido
  • niente ombra su Firefox < 3.5 e su Opera
  • uso di hack per Internet Explorer

A voi la scelta se adottare questa soluzione: è una possibilità da tenere in considerazione, ma la sua efficacia è da valutare a seconda del progetto. Niente vieta comunque di adottare anche solo la soluzione per Firefox come progressive enhancement, offrendo un’esperienza migliore di navigazione ad alcuni utenti.

Il Web per non vedenti: qual è il giudizio degli utilizzatori di Screen Reader?

Un sondaggio rivolto ad utenti di Screen Reader mostra qualche sorpresa ed i progressi del web mobile.

WebAIM ha pubblicato i risultati di un recente sondaggio (Ottobre 2009), tra 665 utilizzatori di screen reader. E’ la seconda edizione di questo sondaggio: ne avevo infatti già parlato l’anno scorso, in un articolo sull’utilizzo dei lettori di schermo per effettuare test di accessibilità.

I risultati sono importanti: non condizioneranno in maniera rivoluzionaria le abitudini dei web designer attenti a queste tematiche, ma danno un quadro completo di questa specifica categoria di utenti. Tra le note più interessanti:

  • Il 66,4% utilizza JAWS come screen reader principale
  • Il 49% usa abitualmente più di uno screen reader, a seconda del contesto
  • Il 53% degli utenti disabili usa uno screen reader su un dispositivo mobile
  • I problemi principali sulle pagine web sono dati da CAPTCHA, contenuti Flash inaccessibili e link ambigui
  • Il 46% pensa che il web stia diventando più accessibile che in passato
  • Social Media: il 51% usa YouTube, il 47% un blog, il 42% Facebook ed il 38% Twitter
  • Twitter è giudicata la piattaforma più accessibile
  • Per trovare informazioni su una pagina, il 50% scorre i titoli (h1, h2…) ed il 22% usa la ricerca interna

Uno dei dati più sorprendenti riguarda l’utilizzo di dispositivi mobili. Sicuramente è un settore in cui sono stati fatti molti progressi nell’ultimo anno, e credo che abbia avuto una buona importanza anche l’uscità dell’iPhone 3Gs con VoiceOver. Potrebbe sembrare strano, ma i dispositivi touchscreen accessibili sono ormai realtà, e se siete interessati vi consiglio di leggere recensioni come quella di Marco Zehe, che racconta la sua esperienza personale con questo smartphone.

Rispetto all’anno scorso, le raccomandazioni rimangono più o meno le stesse: le intestazioni continuano ad avere una grande importanza per l’accessibilità di una pagina web, ed uno dei problemi principali sono ancora i CAPTCHA e Flash. In certi progetti è impossibile farne a meno, ma sapere che potrebbero creare problemi è già un primo passo.

Link accessibili da tastiera

L’importanza di mantenere l’outline sui link, anche utilizzando dei CSS di reset.

Apple KeyboardUna pratica fin troppo diffusa, spesso derivata dall’uso di CSS di reset, è quella di eliminare l’outline dai link e dagli altri elementi attivi di una pagina per scopi puramente estetici, con poche righe di codice:

:focus {
	outline: none;
}

Potrà sembrare una soluzione elegante, ma ai fini dell’accessibilità di un sito è assolutamente sconsigliato, perchè senza outline diventa impossibile navigare tramite tastiera, o comunque con dispositivi diversi da un mouse.

Non pensate che riguardi solo una minoranza di utenti: sono tanti coloro che scorrono il contenuto di una pagina premendo il tasto tab. In molti ad esempio si spostano tra i campi di un form in questo modo: eliminando l’outline sul focus rendete il vostro sito inaccessibile.

Lo stesso Eric Meyer, autore di uno dei più famosi CSS Reset, pur azzerando questo stile raccomanda di definirne altri per sostituirlo. Il mio consiglio è di lasciarlo inalterato per evitare problemi: perchè complicarsi la vita?

Una soluzione alternativa

A volte potrebbe comunque capitare di essere obbligati a modificare lo stile dei link, ad esempio su richiesta di un cliente particolarmente insistente. Un’alternativa in questi casi è lasciare il focus inalterato ed eliminare l’outline dallo stato active:

a:active {
	outline: none;
}

Così non apparirà il bordo tratteggiato al clic, ma la navigazione da tastiera resterà comunque possibile. Non è una soluzione ottimale, ma in situazioni particolari potrebbe essere un compromesso accettabile.

Foto: Macbook Keyboard by alcomm

Festival della Creatività e UX Camp: il resoconto

Cronaca del primo barcamp italiano sulla User Experience, a Firenze.

UX CampIl 17 ottobre si è tenuto a Firenze il primo UX Camp italiano, barcamp dedicato alla User Experience. L’evento è stato organizzato all’interno del Festival della Creatività, e devo ammettere che è stato uno degli incontri più interessanti a cui ho partecipato negli ultimi tempi. Merito della compagnia, della presenza di altri lavoratori del web con cui discutere, ma anche dei talk interessanti che ho avuto modo di ascoltare.

Rispetto ad altri barcamp, il fatto che l’argomento fosse molto selettivo lasciava sicuramente meno spazio alle divagazioni, e questo ha aiutato ad aumentare la qualità degli interventi. Ero presente per discutere di interfacce ed esperienza utente, e non sarebbe stato altrettanto interessante trovare dei talk troppo lontani dall’argomento: è una riflessione che mi farebbe piacere vedere approfondita anche nell’organizzazione di altri incontri, vedi il WordCamp 2010 o eventi in cui gli speech tecnici dovrebbero sempre avere una certa importanza.

Per questo ho apprezzato particolarmente l’intervento di Cristiano Rastelli e Daniela Panfili su un possibile social network per la terza età (una bella sfida), così come l’intervento di Alberto Mucignat o quello di Davide Casali e Gianandrea Giacoma. Ammetto che a tratti il camp possa essersi rivelato un pò ostico, ma nell’insieme gli interventi mi sono sembrati adatti ad un target vario: c’era materiale interessante per tutti.

Oltre a questo, come sempre una delle parti migliori è conoscere e ritrovare gli amici del web provenienti un pò da tutta Italia. E’ stato un piacere riuscire finalmente a scambiare due chiacchiere con i Googlisti, e devo dire che quest’anno è sicuramente FriendFeed il social network più frequentato dai presenti (mi trovate a questo indirizzo). Se volete vedere un pò di foto dell’evento, ne ho pubblicate alcune sul mio account Flickr.

#fdc09Per quanto riguarda il Festival della Creatività, devo ammettere che sono rimasto sorpreso da alcuni dettagli. Mi ha stupito trovare dei poster con l’hashtag di Twitter dell’evento (#fdc09), così come un megaschermo che mostrava in tempo reale le conversazioni sull’argomento. Sono solo dei particolari, ma qualcosa si sta muovendo, e non so se avrei pensato lo stesso qualche anno fa. E’ stato anche annunciato il Wi-Fi gratuito in 12 piazze di Firenze a partire dal 26 ottobre, e tutto questo non può e non deve passare inosservato. Non sarà una rivoluzione, ma grazie a questi piccoli passi è finalmente possibile cogliere qualche segnale di miglioramento.