CSS3: Flexible Box Layout Module

Analisi della nuova specifica CSS3 per gestire i layout e l’allineamento verticale.

Tra i vari moduli in lavorazione nelle specifiche dei CSS3, ce n’è uno particolarmente interessante: il Flexible Box Layout Module. Con questa specifica (ancora in sviluppo) è possibile infatti rendere flessibili i contenuti di un box, facendo loro occupare lo spazio vuoto a disposizione, sia orizzontalmente che verticalmente.

Il codice CSS

La teoria è semplice: dato un contenitore e degli elementi al suo interno, questi potranno adattarsi allo spazio vuoto. Considerando come html di base:

<div class="container">
    <div class="box"></div>
    <div class="box"></div>
</div>

Il CSS necessario per far adattare verticalmente i due div interni sarà:

.container {
    display: box;
    box-align: stretch;
    box-orient: vertical;
}
.box {
    box-flex: 1;
}

N.B.: Per lo stretch orizzontale, basta usare box-orient: horizontal.

In realtà per effettuare dei test è ancora necessario utilizzare i prefissi -moz- e -webkit-, visto che le proprietà standard non sono ancora supportate.

Esempi pratici

Flexible box layout model

Per capire ancora meglio la dinamica di questo modulo, gli esempi che trovate su css3.info sono meglio di qualsiasi descrizione testuale, a patto che stiate utilizzando le ultime versioni di Firefox, Safari o Chrome. Il W3C infatti sta ancora lavorando sul documento, e per adesso solo i motori di rendering Gecko e Webkit hanno delle istruzioni proprietarie adatte allo scopo.

Da notare che i due motori presentano risultati differenti, pur rendendo chiaramente l’idea dell’utilità della proprietà. A mio parere l’interpretazione corretta è quella di Webkit, ma finchè le specifiche non saranno definitive diventa difficile stabilirlo.

Un altro articolo interessante a riguardo è sul blog di Alex Russel, che ha preparato un foglio di stile su misura per avere già pronte tutte le classi necessarie.

Perchè parlarne?

Se le specifiche per il Flexible Box Layout Module sono ancora così indietro, ha senso parlarne? La risposta è sì, come nel caso di tutte le altre proprietà dei CSS3 che non sono ancora supportate. Pur non potendo utilizzarle nei propri progetti, per un web designer non è mai troppo presto per sperimentare: quando arriverà il momento sarà un grande vantaggio conoscerle.

Purtroppo l’ostacolo è rappresentato dalla lentezza del W3C e dal normale ciclo di vita dei browser: finchè esisteranno sul mercato delle versioni che non supportano queste nuove proprietà, sarà ancora presto per utilizzarle.

Google Maps: come creare una mappa con le API e GeoRSS

Una guida per usare lo standard GeoRSS con Google Maps, dopo l’esperienza di GdRPlayers.it

Google Maps è uno strumento fantastico, che mette a disposizione delle API per fare praticamente qualsiasi cosa. Il problema è gestire delle mappe complesse, mostrando sullo schermo centinaia di marcatori contemporaneamente: in questi casi è fondamentale scegliere la strada giusta.

La soluzione che ho utilizzato nel mio progetto GdR Players si chiama GeoRSS: è un formato standard supportato anche da Google Maps, che consente con poche righe di codice di creare delle mappe complete.

Il formato GeoRSS

Per funzionare, la prima cosa necessaria è un file xml che segua questo standard. La struttura del documento deve essere simile a questa:

<?xml version="1.0" encoding="utf-8"?>
<feed xmlns="http://www.w3.org/2005/Atom" xmlns:georss="http://www.georss.org/georss" xmlns:gml="http://www.opengis.net/gml">
<title>Titolo feed</title>
<entry>
<title>Primo elemento</title>
<link href="http://..."/>
<summary>descrizione</summary>
<georss:where>
<gml:Point>
<gml:pos>41.8 12.6</gml:pos>
</gml:Point>
</georss:where>
</entry>
<entry>
<title>Secondo elemento</title>
<link href="http://..."/>
<summary>descrizione</summary>
<georss:where>
<gml:Point>
<gml:pos>43.8 11.3</gml:pos>
</gml:Point>
</georss:where>
</entry>
</feed>

Le entry ovviamente possono essere molteplici, gli elementi come link e summary sono facoltativi ed appariranno solamente se inseriti. Per alleggerire il codice, potreste decidere anche di utilizzare il formato GeoRSS-Simple, dove il codice

<georss:where>
<gml:Point>
<gml:pos>41.8 12.6</gml:pos>
</gml:Point>
</georss:where>

diventerà

<georss:point>41.8 12.6</georss:point>

Non mi soffermerò sul metodo di creazione di questo file: su GdR Players viene generato dinamicamente, ma se avete una mappa con dei contenuti predefiniti niente vieta di scrivere l’xml manualmente.

Creazione della mappa

Se avete già familiarità con Google Maps, sono sufficienti un paio di righe di codice per includere tutti i marker presenti nell’xml:

var geoXml = new GGeoXml("http://www.url.com/feed.xml");
map.addOverlay(geoXml);

L’indirizzo specificato dovrà corrispondere alla posizione del file xml.

Il codice JavaScript completo, che utilizzo sul mio progetto con poche opzioni in più, è il seguente:

function load() {
if (GBrowserIsCompatible()) {
var geoXml = new GGeoXml("http://www.url.com/feed.xml");
var map = new GMap2(document.getElementById("map_canvas"));
if (geoXml.loadedCorrectly()) {
geoXml.gotoDefaultViewport(map);
}
map.addControl(new GSmallMapControl());
map.addControl(new GMapTypeControl());
map.addOverlay(geoXml);
}
}

Le funzioni gotoDefaultViewport e addControl specificate servono rispettivamente per:

  • centrare la mappa e definire il livello di zoom automaticamente, in base ai marker presenti
  • aggiungere i controlli per spostarsi e zoomare

L’ultima riga è quella fondamentale, che aggiunge alla mappa i marcatori.

Per quanto riguarda il codice html, è sufficiente avere nella pagina:

<div id="map_canvas"></div>

che farà da contenitore. Dovrete poi richiamare la funzione load al caricamento, inserendo:

<body onload="load();" onunload="GUnload()">

Ricordatevi infine che per utilizzare le API di Google Maps dovrete registrarvi, ottenere una API Key gratuita ed inserire il codice che vi verrà indicato nel vostro template.

La cosa fantastica di questo metodo è che segue uno standard, ed ha già delle azioni predefinite che verranno aggiunte alla mappa. Cliccando sui marcatori verranno visualizzate le informazioni correlate, il titolo di ogni entry e la sua descrizione, così come eventuali immagini o link.

Perchè utilizzare GeoRSS?

Consiglio l’uso di questo formato e della classe GGeoXml quando avete numerosi marker da mostrare su una mappa. La maggior parte dei tutorial in rete infatti utilizzano un principio diverso, inviando per ogni indirizzo una richiesta di geocoding a Google per ottenere le coordinate in tempo reale. Questo va bene per pochi marcatori, ma se ne avete più di una decina inizierete ad avere dei problemi: oltre questo numero anche io ho dovuto cambiare strada, rendendomi conto che la cosa non funzionava.

L’unica soluzione è ricavare a priori le coordinate (seguendo questa guida), inserirle in un file xml e visualizzarlo con la classe GGeoXml come vi ho mostrato. Seguendo questo metodo GdR Players attualmente mostra la posizione di 130 utenti, senza avere particolari problemi al caricamento della pagina.

Aggiornamento: dopo un anno di test posso affermare che questa tecnica funziona con più di 1000 segnalini contemporaneamente sulla mappa, la consiglio caldamente.

Sprite Me: un nuovo strumento per creare CSS Sprites

Un tool per generare i CSS Sprites in automatico, su qualsiasi pagina e con tutti i browser.

Sprite Me è uno strumento potente: si tratta di una bookmarklet che consente di ottimizzare qualsiasi pagina si stia navigando per l’utilizzo dei CSS Sprites.

Se non avete mai sentito parlare dell’argomento, prima di continuare vi consiglio di leggere il post “Usare gli Sprite CSS” pubblicato qualche mese fa proprio su questo sito, visto che è una pratica indispensabile per ogni web designer.

Tornando a Sprite Me, ecco cosa è capace di fare con un semplice clic:

  1. Trovare tutte le immagini di sfondo utilizzate sulla pagina corrente, mostrando l’elemento a cui appartengono con un semplice mouseover
  2. Riunire le immagini che possono essere accorpate, a seconda della loro posizione e delle proprietà utilizzate. Ad esempio se un background si ripete verticalmente dovrà occupare l’intera altezza dello sprite.
  3. Creare il background unico, cliccando sul tasto “make sprite”. La cosa non avviene in automatico perchè c’è la possibilità di riorganizzare le singole immagini prima di accorparle, decidendo quindi se affidarsi totalmente allo strumento o fare delle correzioni manuali.
  4. Generare il codice CSS necessario per utilizzare la nuova immagine unica

Per verificare le potenzialità di Sprite Me vi consiglio di provare la demo prima di installarlo.

In genere non sono un amante degli strumenti automatici come questo perchè hanno sempre qualche difetto, ma credo in questo caso di dover fare un’eccezione. Ho notato che a volte le regole CSS generate non sono molto elastiche, ma la possibilità di correggere il risultato manualmente e di generare l’immagine in maniera automatica permettono di aggirare i possibili problemi.

Effettuate qualche prova per decidere se fa al caso vostro, il fatto che sia una bookmarklet vi permetterà di averlo a portata di mano su tutti i maggiori browser, Internet Explorer incluso.

GdR Players, il mio nuovo progetto

Un nuovo sito per riunire i giocatori di ruolo italiani. In questo articolo tutti i dettagli tecnici della realizzazione.

GdR Players

E’ arrivato il momento di annunciare la nascita del mio nuovo sito, molto lontano dagli argomenti trattati su tomstardust.com, ma altrettanto importante per me: GdR Players.

Avevo in mente di realizzare da tempo un progetto simile, vista la mia passione per i giochi di ruolo. Non ero però mai riuscito a portarlo avanti fino ad ora, lasciandolo tra le cose “da fare”. Quest’estate invece ho finalmente realizzato quello che volevo, dopo aver creato diverse bozze grafiche (l’ultima è su Flickr). Trovato in questi giorni il tempo di gestire gli ultimi dettagli, adesso il sito è online.

Cos’è GdR Players?

L’obiettivo è quello di riunire in un unico luogo i giocatori di ruolo italiani, ma non ho voluto realizzare un sito in competizione con le già eccellenti community esistenti. Lo scopo principale, sfruttando Google Maps, è trovare il modo di localizzare tutti i giocatori registrati, permettendo loro di comunicare ed eventualmente organizzarsi per incontri, serate di gioco ed eventi a tema.

Ogni utente ha la sua pagina personale con la possibilità di inserire alcune informazioni. Nel sito poi ci sono anche altre sezioni di contorno, come l’immancabile blog a cui tutti possono contribuire, usato anche per scrivere annunci.

La base: WordPress

Lavorando da anni su WordPress, mi è sembrata la scelta più logica continuare ad utilizzarlo, anche se GdR Players non è il solito blog. Ho realizzato un template su misura per l’homepage, posizionato l’elenco dei post in una pagina secondaria, e sfruttato alcuni plugin per le funzionalità che volevo implementare:

  • Register Plus: permette di personalizzare la registrazione di WordPress, aggiungendo dei campi e rendendoli obbligatori, come la località. L’ho utilizzato anche per consentire la scelta della password durante la registrazione: credo sia una soluzione molto più usabile.
  • User Photo: come dice il nome, questo plugin consente agli utenti registrati di caricare un proprio avatar e visualizzarlo sul sito. Interessante anche il supporto per i Gravatar, che possono essere utilizzati come seconda scelta nel caso l’utente non carichi alcuna immagine.
  • WP Private Messages: era d’obbligo trovare una soluzione per consentire agli utenti di comunicare tra loro. Questo plugin introduce un sistema basilare di messaggistica all’interno di WordPress: ha qualche difetto, ma traducendolo e aggiungendo qualche dettaglio (come il link per tornare sul sito dopo aver mandato un messaggio) è una soluzione accettabile.

All’uso di questi plugin va anche aggiunta qualche personalizzazione ulteriore della piattaforma, come il ruolo di default degli utenti registrati che non è “sottoscrittore” ma “collaboratore”. In questo modo ognuno ha la possibilità di creare un post o un annuncio ed inviarlo agli amministratori per la pubblicazione.

Il cuore: la mappa degli utenti su Google Maps

Il centro del sito è ovviamente la pagina con la mappa dei giocatori registrati. Per realizzarla ho sfruttato le API di Google Maps e sono piuttosto soddisfatto del risultato, anche se è sicuramente migliorabile. Ho inserito anche l’elenco testuale dei giocatori iscritti, per rendere accessibili a tutti le informazioni presenti sulla pagina.

Il funzionamento è il seguente:

  • una funzione Php crea un file XML con le informazioni di tutti i giocatori: nickname, link al profilo, coordinate della località
  • un JavaScript nella pagina della mappa recupera queste informazioni e le visualizza

La cosa che ho scoperto solo dopo alcune ore di lavoro è che esiste lo standard GeoRSS per i file XML come questo, e Google Maps li supporta pienamente. Una volta organizzate le informazioni nella maniera adeguata bastano poche righe di JavaScript per creare la mappa corretta.

A questo si aggiunge qualche altra riga di codice per le pagine dei giocatori: in ognuna appare una semplice mappa con un unico puntatore, che indica la località dell’utente.

Nei prossimi giorni ho intenzione di pubblicare un altro articolo per descrivere il codice che ho utilizzato, visto che potrebbe interessare a qualcuno.

I primi risultati

Ammetto di essere rimasto sorpreso dai primi risultati del progetto. L’ho presentato in anteprima agli iscritti della newsletter di tomstardust.com e ad alcuni miei amici: c’erano ancora alcuni bug da risolvere, e le visite che sono arrivate mi hanno preso alla sprovvista. In soli due giorni gli utenti registrati sono diventati più di 40, con un picco di 233 visite uniche il secondo giorno. Fortunatamente ho risolto i bug, ma ho anche imparato che lanciare un progetto troppo presto può essere rischioso.

Ora sto raccogliendo diversi feedback, positivi e negativi, e sono tutti enormemente utili. Potete vedere il sito all’indirizzo gdrplayers.it, aspetto anche i vostri pareri. Non è necessario che siate dei giocatori di ruolo, molte pagine possono essere navigate anche senza essere registrati.

Addio Internet Explorer 6

E’ finalmente arrivato il momento di trascurare la versione più odiata del browser Microsoft.

Sembrava impossibile fino a qualche mese fa: IE6, fonte di preoccupazioni e ore di lavoro aggiuntive su progetti ormai chiusi, è destinato a scomparire. L’ultima verifica che ho fatto risale ad appena due giorni fa: chiedendo su vari network come comportarmi con il suo supporto in un progetto che utilizza diverse png trasparenti, il consiglio quasi unanime è stato di lasciar perdere.

E’ iniziato tutto con una domanda su Twitter, rimbalzata poi su FriendFeed e Facebook:

in dubbio per un nuovo sito, già abbastanza carico di JavaScript: usare un js anche per i png trasparenti su IE6 o lasciar perdere?

La discussione che ne è seguita su FriendFeed è chiara: in caso di siti con target particolari potrebbe esser fatta un’eccezione, ma se il cliente non lo richiede in maniera esplicita, è giunta l’ora di abbandonare il supporto a questo browser.

Le risposte ottenute su Twitter sono ancora più lapidarie: Mushin e gfields suggeriscono di lasciar perdere ed anche netfranz concorda, pur consigliando una eventuale soluzione JavaScript. Solo Lauryn propone di utilizzare delle gif alternative, altro metodo valido.

Su Facebook infine sono arrivati altri inviti ad abbandonare IE6: il quadro generale è chiaro.

Quasi due anni fa sostenevo su questo blog come fosse troppo presto per dimenticarsene, ma adesso la situazione è definitivamente cambiata. Sono sempre più i siti importanti che non vengono visualizzati correttamente su Explorer 6, ed è giusto così. E’ giusto che venga fatto qualche test per assicurarsi che i siti rimangano comunque leggibili, ma non è più tempo di preoccuparsi di errori grafici secondari e del mancato allineamento degli elementi della pagina. Se avete ancora dubbi, potete spingere i vostri utenti ad aggiornare il browser, ma è finalmente ora di guardare avanti.

Come continuare ad offrire un servizio di qualità

In un quadro dove IE6 non ha più grande rilevanza, rimane fondamentale assicurare la qualità dei propri progetti web. Un tempo poteva essere garantita l’ottimizzazione cross-browser anche su IE6, ora è il momento di pensare a ciò che ci riserverà il futuro.

Alcuni attributi e selettori dei CSS3 possono ad esempio già essere utilizzati con successo: il progressive enhancement può offrire un’esperienza migliore ai visitatori che utilizzano browser evoluti, perchè non sfruttarlo? Text-shadow e border-radius sono già a disposizione, non è sbagliato iniziare ad usare queste proprietà, anzi è il momento giusto per osare.

Avete avuto esperienze negative con IE6? Se volete raccontarle o pensate che sia ancora troppo presto per abbandonarlo, dite la vostra nei commenti.

I problemi di validazione con i CSS3

Utilizzare i CSS3 significa spesso avere fogli di stile non validi. Come affrontare il problema?

Uno dei problemi principali nell’utilizzo dei CSS3 è la creazione di fogli di stile con codice valido. I CSS2 sono ormai uno standard, ma non è così per le nuove specifiche.

Escludendo qualche rara eccezione, la maggior parte delle proprietà hanno nomi diversi e sono supportate in maniera differente a seconda del browser: questo non semplifica il lavoro degli sviluppatori. Basti pensare ad una proprietà ormai diffusa su tutti i browser (escludendo il solito Internet Explorer): border-radius. Su Firefox è necessario utilizzare il prefisso “moz-“, su Safari e Chrome bisogna anteporre “webkit-“ , ed ognuna di queste forme ovviamente non è riconosciuta dal W3C.

Il risultato è che se si desidera utilizzare i CSS3 per dare ad una parte dei propri utenti una migliore esperienza di navigazione, non sarà possibile validare il foglio di stile.

Come comportarsi in questo caso? L’unica soluzione è trovare un compromesso. Su questo sito ad esempio l’unica proprietà particolare che ho utilizzato è text-shadow, ben supportata nella sua forma standard. Ho invece trascurato proprio border-radius e altre proprietà simili, che però utilizzo su altri progetti come il mio blog personale, dove sono meno rigido per quanto riguarda la validazione dei CSS.

La colpa di questa situazione è da attribuire soprattutto alla lentezza del W3C, perchè i produttori di browser stanno dimostrando una grande attenzione alle novità. Supportare certe funzionalità è comunque motivo di vanto sulla concorrenza. Non è possibile però chiedere ai produttori di utilizzare fin da subito la forma standard delle proprietà: le specifiche potrebbero cambiare prima del raggiungimento della loro forma standard.

Proprio sull’uso dei CSS3 sarei curioso di conoscere anche il vostro punto di vista: li utilizzate? Vi preoccupate della validazione del foglio di stile?

Uno dei migliori suggerimenti sull’argomento, segnalato su CSS3.info, riguarda una possibile modifica al validatore del W3C. La soluzione ideale infatti sarebbe vedere segnalate come “experimental” o “warning” le proprietà dei CSS3 ancora sperimentali, consentendone l’uso senza problemi. Gli errori sparirebbero per la felicità di tutti, ma è una speranza probabilmente troppo ottimista.

Il tema Stardust localizzato in italiano su WordPress.org

Stardust è ora disponibile in un’unica versione internazionale, già localizzato in italiano.

Stardust - tema WordPressIl tema Stardust per WordPress, con la nuova versione 2.5 disponibile su WordPress.org è pronto per essere tradotto in più lingue. Attualmente sono disponibili la versione inglese e le traduzioni in italiano e francese, ma con il contributo di alcuni volontari prevedo di aggiungere al tema altre localizzazioni, come il tedesco. Per questa nuova versione ringrazio Celogeek, che si è offerto di rendere compatibili tutti i testi del tema esistente.

Vi basterà scaricare il nuovo tema, ed attivandolo i testi appariranno automaticamente nella lingua corrispondente alla vostra installazione di WordPress.

Cosa è cambiato?

Visto dall’esterno, non ci sono differenze tra la precedente versione italiana (per la quale ringrazio ancora Carlo Perassi) e quella localizzata. I cambiamenti sono tutti nel codice: ogni stringa di testo è scritta in inglese, e tradotta successivamente con un software come PoEdit.

I vantaggi dal punto di vista dello sviluppo sono diversi, legati alla presenza di un’unica versione del tema. In caso di modifiche successive non sarà più necessario lavorare su temi differenti, ma sull’unica release internazionalizzata di Stardust.

Perchè installare la nuova versione?

Se utilizzate sul vostro blog il tema Stardust in italiano, vi consiglio di aggiornarlo alla versione 2.5. Il vantaggio è che ora tutti gli aggiornamenti dei temi presenti su WordPress.org sono centralizzati ed automatizzati (così come succede con i plugin), e con un click potrete avere sempre l’ultima versione di Stardust. Ho già corretto vari bug ed aggiunto nuove features in questi anni, e continuerò a farlo anche in futuro. Installare il nuovo tema è il modo migliore per mantenerlo sempre aggiornato.

Come internazionalizzare un tema WordPress?

Se volete sapere come realizzare un tema per WordPress in modo che possa essere tradotto in più lingue, pubblicherò presto una guida con tutti i dettagli della mia esperienza. Se siete interessati, vi consiglio di iscrivervi al Feed RSS di questo sito.

Se conoscete il tedesco o altre lingue e volete contribuire alla traduzione di Stardust, contattatemi! Aggiungerò le localizzazioni sul tema ufficiale.

Download

Potete scaricare Stardust direttamente dal sito ufficiale di WordPress.

Come rendere accessibili i link “continua a leggere”

Alcune indicazioni per migliorare l’accessibilità dei link “continua…” sulle pagine di un blog.

Un elemento spesso presente su siti e blog è il link “continua a leggere”, che dall’homepage consente di approfondire la lettura dei post. Pochi giorni fa anche Smashing Magazine ha dedicato a questo elemento un’intera galleria di esempi, ma è stato considerato soprattutto il lato estetico, trascurando altri aspetti come l’accessibilità.

E’ importante che certi elementi non abbiano solo un design attraente ma siano anche accessibili: non dovrebbe esserci alcun ostacolo nella navigazione del sito, a maggior ragione sui collegamenti più importanti.

Come deve essere un “continua a leggere” accessibile?

La prima cosa da tenere presente è che il testo deve essere chiaro. Scrivere “Continua” o “Clicca qui” non serve a niente se non ad aumentare la confusione, soprattutto se considerate che in una pagina spesso possono apparire anche una decina di link con etichette del genere.

La soluzione più sicura è quella di inserire nel link il titolo del post, in modo che appaia qualcosa di simile a:

Continua a leggere “Titolo del post”

Questo però non sempre è possibile, ad esempio per questioni di spazio nel caso di titoli molto lunghi.

In questi casi è l’attributo title che fa la differenza. E’ infatti l’unico modo per rendere il collegamento autoesplicativo, anche se letto al di fuori del proprio contesto. Basti pensare all’utente che con uno screen reader scorre tutti i link della pagina: senza title si troverebbe una serie di “Continua a leggere” assolutamente senza senso.

Ecco quindi una forma corretta:

<a href="#" title="Continua a leggere &quot;titolo del post&quot;">Continua a leggere</a>

Gli esempi da evitare

Non è possibile descrivere tutti gli esempi errati di utilizzo, ma alcuni casi sono più evidenti di altri. Tra gli errori da evitare ci sono sicuramente:

  • i link “continua”, “clicca qui”, “leggi tutto” senza attributo title
  • i link senza testo, come […]
  • i pulsanti “continua a leggere” realizzati con delle immagini, senza attributi alt o title

Per evitare di commettere errori banali, che potrebberò però far diventare il vostro sito inaccessibile, è sempre meglio curare dettagli come questi. Sono particolari apparentemente insignificanti, che però possono comportare gravi difficoltà nell’esperienza di navigazione.

Seguire queste raccomandazioni non richiede molto tempo: aggiungere l’attributo giusto o utilizzare il testo corretto è un lavoro da fare una volta in massimo 5 minuti, che eviterà problemi agli utenti rendendo il vostro sito più accessibile.

I plugin indispensabili per WordPress

Una raccolta dei migliori plugin Wordpress, da installare sempre e comunque.

Wordpress LogoL’installazione di WordPress è una procedura semplice, che consente di avere un blog pronto in pochi istanti. Un aspetto da considerare riguarda l’installazione dei plugin: qualsiasi sia il genere del sito creato, è sempre indispensabile aggiungere qualche funzionalità non inclusa di default.

In questo post ho raccolto 10 plugin WordPress indispensabili, suddivisi per importanza. Esistono innumerevoli articoli del genere in rete, ma il mio obiettivo è quello di trovare la combinazione ideale per qualsiasi scopo, dal blog personale al sito della piccola azienda. Ho limitato anche il numero dei plugin all’essenziale, perchè c’è sempre il rischio che i rispettivi sviluppatori smettano di seguire l’evoluzione di WordPress: meglio pochi, ma aggiornati.

Mi piacerebbe avere anche il vostro parere nei commenti, in modo da raccogliere più suggerimenti possibili. Dite la vostra se pensate manchi qualcosa di importante. Ecco l’elenco dei plugin.

Plugin essenziali

Akismet

Immancabile, Akismet è un plugin obbligatorio se non volete essere sommersi dallo spam. Basta attendere qualche giorno dalla creazione di un nuovo blog: non appena i motori di ricerca inizieranno ad indicizzarlo, comincerete a ricevere commenti indesiderati, che saranno bloccati da Akismet.

Google XML Sitemaps

Se volete che il vostro sito venga indicizzato, potete facilitare il processo segnalando la vostra sitemap a Google. Questo plugin si occupa di crearla per voi ogni volta che pubblicate o modificate un post, inviando anche la segnalazione a Google. Il mio consiglio è comunque di segnalare la presenza della sitemap manualmente almeno la prima volta, dagli Strumenti per Webmaster.

All in One SEO Pack

Ero indeciso se inserire All in One SEO Pack tra quelli essenziali: permette di gestire titoli delle pagine, description, keywords e quant’altro direttamente dall’amministrazione di WordPress in maniera SEO-friendly. In realtà non fa niente di più di quello che dovrebbe fare un tema realizzato a dovere, ma se non siete sicuri della bontà del codice del vostro tema, All in One SEO Pack diventa indispensabile.

Google Analytics for WordPress

La soluzione più comoda per integrare il codice di Google Analytics, evitando di dover modificare ogni volta il file footer.php. Permette anche di escludere dai log di Analytics le pagine visualizzate dall’admin.

WordPress Database Backup

Indispensabile se tenete all’archivio del vostro blog e volete evitare qualsiasi problema. Questo plugin permette di effettuare backup del database con un click, ed ha una funzione comodissima per inviare automaticamente via mail i backup ad intervalli regolari. L’ho usato in tutti i blog WordPress che ho gestito.

Plugin da considerare

Contact Form 7

Il modo più veloce per avere un form di contatto attivo in pochi istanti. Il plugin permette di inserire anche più moduli personalizzandoli a piacere. E’ un plugin semplice, ma fa benissimo il suo dovere.

Subscribe To Comments

Questo plugin potrebbe benissimo stare tra quelli indispensabili: è la soluzione più comoda per restare aggiornati sui commenti ad un post. Lo trovate attivo anche su questo sito.

Live Comment Preview

Una soluzione rapida per far vedere ai commentatori l’anteprima in tempo reale di ciò che stanno scrivendo. Questo plugin potrebbe non essere compatibile con alcuni temi, andando in conflitto con altri JavaScript presenti, ma consiglio comunque di provarlo.

No Self Pings

WordPress genera delle notifiche di ping non solo da siti esterni, ma anche tra articoli pubblicati sul vostro stesso blog. Se come me non le sopportate, questo plugin fa per voi. Una volta attivato non vi arriveranno più notifiche di self-ping.

Viper’s Video Quicktags

Plugin indispensabile se avete intenzione di pubblicare dei video all’interno dei vostri post, senza impazzire con il codice embed di YouTube ed affini. Supporta numerosi siti (YouTube, Vimeo, Flickr, Google Video…) ed è sicuramente il plugin più diffuso nel suo genere.

Pensate ci siano altri plugin indispensabili? Segnalateli nei commenti, ma ricordate che la selezione è stata fatta cercando di pensare ad un’installazione di WordPress generica, con plugin utili per tutte le circostanze.