Falso Posizionamento Assoluto

Alla scoperta di un nuovo modo di costruire layout CSS, senza float e posizionamenti assoluti.

A List Apart ha pubblicato un articolo che propone una nuova tecnica di posizionamento con i CSS, chiamata Faux Absolute Positioning. In pratica è un’alternativa ai due metodi più diffusi, il posizionamento con i float e quello assoluto.

Le ragioni della ricerca di un nuovo metodo per la realizzazione di layout CSS sono nella necessità di risolvere problematiche complesse e non così frequenti: si parla di siti dinamici, dove gli utenti possono magari decidere la posizione degli elementi nella pagina, con tutte le difficoltà che ne derivano.

Proprio per questo la tecnica del Falso Posizionamento Assoluto cerca di unire i pregi dei metodi conosciuti, eliminandone i difetti. In realtà non esattamente così, ma approfondiamo l’analisi per capire meglio.

La tecnica

Il codice HTML utilizzato deve servire a costruire una struttura a griglia, con linee orizzontali ed item (che rappresentano le colonne), in questo modo:

<div class="line">
<div class="item" id="item1">
<p>contenuto</p>
</div>
<div class="item" id="item2">
<p>contenuto</p>
</div>
<div class="item" id="item3">
<p>contenuto</p>
</div>
</div>

Sulla tecnica originale è presente un altro div intorno al contenuto, ma ai fini del layout non è rilevante.

Il CSS relativo invece è il seguente:

.line {
float: left;
width: 100%;
display: block;
position: relative;
}
.item {
position: relative;
float: left;
left: 100%;
}

Infine per posizionare ogni item, serve una dichiarazione come questa:

#item1 {
margin-left: -100%;
width: 20%;
}

In pratica per ogni item la posizione viene assegnata tramite un margin-left negativo. Per chiarirvi le idee, ho realizzato un esempio di layout a 3 colonne costruito in questo modo.

Considerazioni

Il vantaggio della tecnica è che ogni elemento viene posizionato facendo riferimento ad un punto ben preciso, cioè il margine destro del layout. Questo è un punto di forza preso direttamente dal posizionamento assoluto, con il vantaggio che gli elementi non vengono estratti dal normale flusso del codice, ed inoltre il contenuto continua a definirne l’altezza, cosa che non succede utilizzando i float.

Il risultato è stabile, rimane valido sia ingrandendo il testo che ridimensionando la finestra, e funziona su tutti i browser senza richiedere nessun hack, nemmeno per IE6.

Sembrerebbe un’ottima soluzione quindi, ma i difetti non mancano. Il più evidente è il gran numero di div utilizzati: se dovete realizzare un layout semplice a 2 o 3 colonne, non usate questo metodo e magari seguite gli esempi di Layout Gala di Alessandro Fulciniti.

Un altro problema riguarda le unità di misura, che devono essere sempre le stesse per posizionare gli elementi. Non potrete combinare percentuali, em, e pixel.

In conclusione, non vedo molte applicazioni per questa tecnica nel lavoro di tutti i giorni, ma per particolari esigenze potrebbe essere un’alternativa da considerare. Tenetela presente per i momenti di difficoltà, almeno finchè non arriveranno i CSS3 con il modulo per i layout a colonne.

Firefox 3, Opera, Safari e la guerra ad IE

Alla scoperta delle nuove versioni di Firefox, Opera e Safari, che cercano di togliere quote di mercato ad IE. Cosa succederà?

Firefox 3 ha visto la luce, e con il Download Day punta ad abbattere ogni record. L’occasione è buona per fare una panoramica sui principali browser web esistenti e del prossimo futuro, ed alcune riflessioni su cosa può attenderci.

Firefox 3

Senza dubbio uno dei principali punti a favore di Firefox 3 è la maggiore velocità di esecuzione del codice JavaScript. A questo sono da aggiungere numerosi dettagli che migliorano l’esperienza di tutti i giorni: la gestione delle password, dei componenti aggiuntivi, dei download che potranno essere messi in pausa e ripresi anche dopo un riavvio.

Per gli sviluppatori inoltre c’è un’intera sezione sul Mozilla Developer Center che illustra le novità di Firefox 3, dal supporto migliorato dei CSS a quello per le PNG animate.

Download Firefox 3

Opera 9.5

Opera è il browser che ha giocato d’anticipo sulla concorrenza, uscendo con l’ottima versione 9.5 prima di tutti gli altri. Le novità più apprezzate riguardano gli sviluppatori, visto il maggiore supporto per i CSS3 e l’integrazione di Dragonfly, l’analogo di Firebug. Per attivarlo vi basta andare sul menu Strumenti -> Avanzate -> Strumenti per gli sviluppatori.

Da notare come anche Opera abbia cambiato l’interfaccia grafica con uno stile più accattivante, anche se la semplicità delle versioni precedenti mi era sempre piaciuta.

Download Opera 9.5

Safari 4

Avrà il motore JavaScript più veloce in circolazione, incrementando le prestazioni rispetto all’ultima versione di Firefox del 50%.

Per l’uscità ci sarà ancora da aspettare, visto che sarà rilasciato con la nuova versione di Mac Os: Snow Leopard. In ogni caso la Apple ha da poco fatto uscire la versione 3.1, veloce ed elegante.

Download Safari 3.1

Internet Explorer 8

La Microsoft dopo il grande passo fatto da Explorer 6 ad IE7 sembra aver confidato troppo sulla propria posizione predominante. Nella pagina dedicata ad IE8 sono presentate diverse novità, tra cui il supporto completo ai CSS 2.1 e la discussa modalità Super Standard, ma non c’è ancora una data ufficiale.

Considerando che ad Agosto è previsto il rilascio di una nuova beta, è probabile che la data di uscita di Internet Explorer 8 sarà resa nota al ritorno dalle vacanze estive, e comunque il browser uscirà entro la fine del 2008.

Conclusioni

Una cosa è certa: non si è mai parlato così tanto di browser web come si sta facendo in questo periodo, ed il bello è che non ci sono solo due contendenti come ai tempi di Explorer e Netscape.

I prossimi mesi saranno una prova decisiva per le ambizioni di Firefox 3, che da tempo prova a rubare quote di mercato ad IE.

Quale può essere l’unico problema? Che i browser alternativi, come Opera e Safari, finiscano per togliere percentuali proprio a Firefox, in una guerra fratricida.

La speranza è che questo non accada, ma per raggiungere l’obiettivo di un web sempre più vicino agli standard il primo ostacolo è un altro: il definitivo abbandono di Internet Explorer 6.

Google non indicizza le URL .0

Comunicazione di Google: gli indirizzi web che finiscono in .0 non vengono indicizzati.

La notizia è recente e decisamente inaspettata: le url che finiscono in .0 sono sotto accusa, non vengono in nessun modo indicizzate da Google. La scoperta è stata fatta da SEOmoz, che in uno dei suoi ultimi post ha spiegato e documentato la vicenda.

Sono state anche messe a confronto le SERP di Google e Yahoo, ed alcune pagine con url di questo tipo indicizzate dal secondo erano del tutto assenti sul primo.

Se guardate ad esempio la pagina con indirizzo en.wikipedia.org/wiki/Windows_1.0 scoprirete che non è indicizzata su Google, ma attualmente esiste una pagina di Wikipedia, en.wikipedia.org/wiki/Windows_1.01 che rimanda ad essa, proprio per evitare il problema.

Se avete un sito, fate attenzione alle url con queste caratteristiche, non avere alcun accesso da Google è sempre un grave svantaggio.

Per tutti coloro che amministrano un sito su piattaforma WordPress comunque non ci sono problemi. Se avete personalizzato la struttura dei permalink, i titoli che finiscono in .0 vengono modificati eliminando il punto. Parole come “web 2.0” diventeranno automaticamente web-20 all’interno della url: anche in questo caso WordPress si dimostra un’ottima piattaforma di blogging.

Il tag the_excerpt di WordPress

Suggerimenti per la personalizzazione del template tag di Wordpress, con alcuni plugin.

Se avete a che fare con la realizzazione di temi WordPress, vi sarete imbattuti nel template tag the_excerpt. E’ una funzione che richiama le prime 55 parole dei post pubblicati, a meno che non sia stato inserito il riassunto opzionale: in tal caso sarà quest’ultimo a venire recuperato.

Ho utilizzato questo tag soprattutto nell’ultima modifica del mio tema, e mi sono trovato ad affrontare un problema su tutti: l’inserimento automatico del testo estratto all’interno di un paragrafo.

Per evitarlo, la soluzione è incredibilmente semplice, infatti esiste un plugin che consente di eliminare i tag html <p></p> intorno a the_excerpt per poter gestire tutto dal template. Il plugin si chiama No Excerpt P, e non fa altro che eliminare la funzione wpautop. In questo modo è possibile inserire il testo dentro dei tag di tipo <h3></h3> o simili, oppure usarlo nel meta tag description.

Se invece volete modificare la lunghezza, esiste un plugin chiamato the_excerpt Reloaded che permette di personalizzare la funzione con diversi parametri. Oltre al numero di parole visualizzate è possibile ad esempio includere elementi html che normalmente sarebbero eliminati, come immagini e link.

Infine se queste modifiche vi servono, ma non volete aggiungere altri plugin alla vostra installazione di WordPress, ricordate che potete sempre includere nel file functions.php del vostro tema gli script che desiderate.

Apple iPhone 3g in Italia: prezzo e caratteristiche

Alla scoperta dell’iPhone 3G in Italia con Tim e Vodafone. Prezzi, caratteristiche tecniche e nuove applicazioni.

iphone 3g

Nota del 16 Giugno 2009: sono stati resi pubblici i prezzi del nuovo iPhone 3Gs. Vodafone e Tim venderanno la versione da 16Gb a 619€, quella da 32Gb a 719€. Nessun calo di prezzo per l’iPhone 3G 8Gb, sempre a 499€.

Dopo una lunga attesa, voci di corridoio, ed alcuni mesi in cui qualsiasi rumour è stato analizzato ai limiti del ridicolo, l’iPhone è arrivato. Da Venerdì 11 Luglio sarà in vendita anche in Italia nei negozi Tim e Vodafone: a quanto pare la tanto acclamata esclusiva (qualcuno ricorderà un articolo di Repubblica, che adesso suona ridicolo) non esiste.

Saranno infatti i due maggiori operatori italiani a contenderselo e dividersi gli utili, con prezzi che vanno dai 199€ per la versione 8Gb ai 299€ per quella 16Gb (con abbonamento, trovate gli aggiornamenti dei prezzi in coda al post). Al momento non è dato sapere quali saranno le condizioni di vendita, ma è logico immaginarsi che lo smartphone di casa Apple sarà acquistabile a questi prezzi solo in abbinamento a qualche piano tariffario.

A questo riguardo segnalo come al solito l’occasione persa dagli operatori di casa nostra, che nel momento in cui scrivo non hanno ancora aggiornato i loro siti. Possibile che non ci si renda conto del traffico generato da eventi di questo tipo? Tim e Vodafone forti del loro accordo stanno facendo cadere nel nulla tutte le visite di queste ore verso i loro portali, linkati anche dallo stesso sito Apple. Aggiornerò questo post quando si avranno altre notizie su prezzi e piani tariffari.

Caratteristiche tecniche iPhone 3g

Queste le caratteristiche tecniche dell’iPhone, direttamente dal sito Apple:

  • Display multi-touch da 3,5″, widescreen, con risoluzione 480×320 pixel
  • Capacità da 8gb a 16gb
  • Connettività UMTS/HDSPA e GSM/EDG
  • Modulo Gps integrato
  • Fotocamera da 2 megapixel
  • Registrazione video con risoluzione 640×480 pixel a 30fps
  • Possibilità di scelta del colore (bianco o nero) per la versione da 16gb, la versione da 8gb è solo nera
  • Modulo Wi-Fi
  • Modulo Bluetooth 2.0
  • Accelerometro, sensore di prossimità e sensore di luce ambientale

Le novità principali sono quindi il tanto atteso supporto UMTS ed il modulo GPS integrato, che aumentano le possibilità di utilizzo dell’iPhone. Ovviamente è online anche l’Application Store, che consentirà di avere nuove applicazioni sul proprio telefono senza troppe difficoltà, dai giochi alle utility.

Notevole l’attenzione che Apple mostra anche verso il mercato business. Sulla pagina per le aziende infatti l’iPhone viene proposto come “il miglior telefono mai esistito per il lavoro”, entrando così in concorrenza con il diffusissimo Blackberry.

Per vedere un’ampia galleria di immagini e tutti gli altri dettagli dell’iPhone vi rimando alla pagina ufficiale del sito Apple.

Aggiornamenti sui prezzi iPhone 3g italiani di Tim e Vodafone

10 Giugno 2008, ore 10: iniziano ad arrivare le prime notizie sui prezzi dell’iPhone in Italia. Marco Pratellesi sulle pagine del Corriere annuncia che l’iPhone senza contratti costerà con Vodafone 499€ nella versione da 8gb e 569€ in quella da 16gb:

Vodafone dovrebbe vendere l’iPhone da 8 giga a 499 euro e quello da 16 giga a 569 euro nelle versioni “free” cioè con scheda prepagata e liberi da contratto. Poi ci saranno una serie di piani tariffari legati all’abbonamento sul traffico con un vincolo di fedeltà per un certo periodo che dovrebbero fare scendere il prezzo fino ad avvicinarlo a quello indicato da Steve Jobs per gli Stati Uniti (dove il partner è AT&T). Le prenotazioni saranno accettate dalla prossima settimana. Per Tim si attendono ancora indicazioni sui prezzi.

10 Giugno 2008, ore 17.34: arriva la conferma ufficiale da parte di Vodafone. Il prezzo dell’iPhone con questo operatore sarà 499€ e 569€. Da domani sarà possibile prenotarlo presso i punti Vodafone o direttamente dal sito internet, in attesa dell’11 Luglio. Ci saranno anche abbonamenti specifici per l’iPhone 3g per avere degli sconti sul prezzo di vendita. Attualmente però i piani Vodafone facile vanno da 19€ a 89€ al mese, difficilmente le tariffe saranno molto diverse.

Il ruolo del Project Manager

Una riflessione sulle varie tipologie di PM.

Su Punto Informatico di oggi è apparso un articolo interessante ed ironico di Giuseppe Cubasia sulla figura del Project Manager. Chi lavora nell’ambito dell’informatica e non lo fa da libero professionista, spesso si trova a seguire le indicazioni di un PM: questi può essere un’ottima guida, ma a volte rappresenta un incubo.

Nelle sette tipologie che Cubasia presenta è possibile trovare un pò di tutto, dal raccomandato all’arrivista, senza dimenticare comunque le eccezioni, dove il Project Manager diventa una figura indispensabile, che aiuta il tecnico a crescere professionalmente.

Leggendo l’articolo ho pensato anche alle mie esperienze, e devo ammettere che nelle mie varie vicissitudini lavorative sono stato decisamente fortunato rispetto alla media. Credo comunque che la situazione italiana in questo ambito sia scadente, ma è solo la punta di un iceberg. Del resto non sono solo io a pensare che il mercato IT nel nostro paese abbia dei gravi problemi, soprattutto se confrontato con le realtà professionali estere.

La mia idea di Project Manager in ambito web è ben descritta da Antonio Volpon su Fucinaweb, negli articoli della sezione Web Project Management. C’è soprattutto un post, Introduzione al web project management, che illustra benissimo le caratteristiche che dovrebbe avere questa figura professionale.

Se volete raccontare le esperienze con i vostri PM anche al di fuori dell’ambito web, utilizzate i commenti: il confronto è sempre positivo.

Un sito accessibile deve avere codice valido?

Validità e accessibilità: matrimonio inscindibile?

La domanda del titolo è stata fonte di numerose discussioni sulle WCAG 2.0 fin dal 2005, tanto da portare alla creazione di una pagina dedicata alla questione.

Nella nuova versione delle linee guida infatti è stato eliminato il riferimento alla validità del codice come requisito fondamentale: la cosa è logica, se ci pensate. Se le WCAG devono essere delle linee guida sull’accessibilità, non ha senso che il codice valido sia un requisito primario.

Sicuramente la validità è un primo passo verso l’accessibilità di un sito, ma non significa che serva per renderlo accessibile, anzi.

La questione però tocca anche un altro livello, ovvero la funzione “educativa” che dovrebbero avere le WCAG. Eliminando il requisito, molti hanno accusato il Working Group di aver messo in secondo piano il codice valido. In effetti è così, ma solo perchè l’obiettivo principale era un altro, e ci si è voluti concentrare esclusivamente sul tema accessibilità.

Voi cosa pensate a riguardo? A prescindere dal legame tra i due argomenti, credo che raggiungere entrambi gli obiettivi, realizzando siti validi ed accessibili, sia il traguardo ideale. A livello teorico le cose sono separate, ma personalmente mi sarebbe difficile far passare per accessibile un sito con codice non valido.

Guida Boot Camp: installazione di Windows su Mac OS X

Una guida completa per l’installazione di Windows XP su Leopard, con l’utility Boot Camp.

Boot CampIn questi giorni ho effettuato l’upgrade a Leopard sul mio iMac. Poichè con il nuovo sistema operativo la Apple ha incluso Boot Camp, ho deciso utilizzarlo e riservare una partizione del disco all’installazione di Windows XP.

Credo non ci sia niente di meglio di un’esperienza diretta per scrivere una guida sull’argomento, quindi ecco le mie istruzioni.

Preparativi

Assicuratevi di avere a portata di mano:

  • un Mac con Leopard
  • il dvd di Leopard
  • un cd di Windows XP con Service Pack 2

E’ fondamentale che la versione di Windows XP che volete installare abbia il SP2 incluso. Non provate ad installare una versione precedente, perchè non sarete in grado di vedere la partizione creata da Boot Camp e non potrete andare oltre. E’ una cosa che ho sperimentato di persona, fateci attenzione.

Inoltre se volete avere Windows su una partizione NTFS invece di una FAT32 e guadagnare in velocità e prestazioni, il mio consiglio è di installare MacFuse e successivamente NTFS-3G prima di procedere oltre. E’ quello che ho fatto io. In questo modo potrete accedere senza problemi ai dati della partizione di XP direttamente da Mac OS, anche se è in formato NTFS.

Installazione

Lanciate l’assistente Boot Camp, lo trovate sotto Applicazioni -> Utility.

Una volta assegnato lo spazio alla partizione Windows (io ho optato per 32Gb), basterà inserire il cd di XP e riavviare. Partirà l’installazione.

Se avete Windows con il Service Pack 2, tra le partizioni disponibili su cui installare il sistema operativo ne vedrete una chiamata BOOTCAMP. E’ quella che Leopard ha creato per l’installazione.

Selezionatela e avviate la formattazione NTFS (solo se avete precedentemente installato MacFuse e NTFS-3G, altrimenti formattate in FAT32). Importante: non mantenete il file system creato da Boot Camp, altrimenti al riavvio vi troverete con il messaggio “Errore disco: premere un tasto per riavviare”.

A questo punto tutto procederà normalmente fino al completamento dell’installazione.

Una volta avviato Windows, avrete bisogno dei driver per il vostro Mac. Li trovate nel cd di Leopard (ecco perchè vi serve). Vi basterà inserirlo e partirà l’installer: potrete così utilizzare tutte le vostre periferiche, dalla scheda audio al telecomando Apple Remote.

Inoltre sarà installato il pannello di controllo Boot Camp, dal quale potrete scegliere il sistema operativo di default. Tenete comunque presente che in ogni momento potrete scegliere quale OS avviare tenendo premuto il tasto Alt all’avvio.

Conclusioni

Installare Windows con Boot Camp non è complicato, a patto che seguiate le indicazioni che vi ho dato. Se infatti usate una versione di XP senza il Service Pack 2 o cambiate qualcosa rischiate di ritrovarvi bloccati durante la procedura.

Se sia utile o meno è un’altra questione: infatti ci sono sistemi di virtualizzazione meno invasivi come Parallels. Boot Camp però risulta più stabile ed efficiente, se volete giocare su Windows è assolutamente indispensabile.

Tutto su Google Analytics

E’ nato un nuovo blog di approfondimento su Google Analytics.

Con grande piacere vi annuncio la nascita di un progetto a cui ho collaborato, ideato dalla mente di Tambu: Google Analytics in 30 secondi. Come potrete intuire dal titolo, si tratta di un blog monotematico che mira a fare luce sul mondo di Google Analytics.

La piattaforma utilizzata è WordPress, e sono stato coinvolto nel progetto per la realizzazione della grafica e del tema. Il risultato è un blog con layout fluido, con grande spazio riservato ai contenuti ed una doppia sidebar per le informazioni accessorie.

Se l’argomento vi interessa e non volete perdervi consigli e suggerimenti utili, il mio consiglio è di iscrivervi al feed RSS: sono sicuro che questo progetto diventerà un punto di riferimento su Google Analytics in Italia.

Ecco il link: Google Analytics in 30 secondi.

Aspetto anche i vostri pareri sul tema, ogni critica costruttiva è sempre ben accetta.

Nuovo sito TIM: analisi generale

Uno sguardo tecnico al nuovo portale TIM, con particolare attenzione rivolta a grafica, accessibilità, SEO e codice delle pagine.

In questi giorni è stato lanciato il nuovo sito TIM, con nuove funzionalità ed una grafica più curata. Come ho fatto in passato con il sito Feltrinelli, voglio addentrarmi in una veloce analisi per evidenziare pregi e difetti di questa realizzazione.

Faccio notare che questo esame è incentrato soprattutto sull’homepage del sito e non pretende di essere dettagliato: per quello ci sono le analisi tecniche e gli studi di accessibilità, che hanno ben altre modalità.

Grafica: voto 7

Il sito TIM in questa nuova veste appare sufficientemente curato e apprezzabile. Non si è osato molto con i colori, l’unico elemento grafico che emerge sulla home è il banner Flash. Nel complesso comunque la prima impressione è stata positiva.

Accessibilità: voto 5

Al contrario di quello che molti potrebbero pensare, è stata rivolta una discreta attenzione all’accessibilità del sito, ma il lato dolente sono soprattutto le animazioni in flash.

Note positive:

  • Lo slider Javascript in homepage è accessibile anche con js disabilitato
  • Il sito è navigabile anche con le immagini disabilitate

Note negative:

  • Il flash principale sulla home non ha testo alternativo. Al momento appare il testo “Flash top testo sostitutivo”
  • Anche il flash della pagina 119 Area Clienti non ha contenuto alternativo, stessa cosa per altre sezioni
  • I link per ridimensionare il testo si basano su javascript, la funzione non è accessibile con js disabilitato

SEO: voto 3

Questo il punto dolente, ma per i siti famosi è un comportamento diffuso non curarsi del posizionamento: a molti basta puntare sul nome già conosciuto.
Ovviamente non sono d’accordo su questa pratica, perchè i vantaggi di avere un buon posizionamento sarebbero innumerevoli, soprattutto per le pagine diverse dalla home.

  • Gli url sono incomprensibili, la stessa home ha come indirizzo http://www.tim.it/consumer/homepage.do
  • Il title delle pagine è male utilizzato, ed alcune lo hanno uguale
  • Nessuna attenzione è stata rivolta all’ottimizzazione del codice HTML per i motori di ricerca, h1 e altri tag sono inesistenti
  • I meta tag keyword e description sono assenti

Codice XHTML e CSS: voto 4

  • Il div dei contenuti della pagina è successivo al div della sidebar destra
  • Sono presenti troppi CSS inline
  • Il codice XHTML non è semantico, in home non esiste h1, gli h2 sono solo alcuni titoli della sidebar, mentre i titoli dei contenuti principali sono semplici link a dentro dei div.
  • Sono presenti alcuni errori di validazione. Sono però pochi, e nel panorama italiano è cosa quasi da segnalare positivamente.

Conclusione: voto 5.5

Il nuovo sito TIM presenta pregi e difetti. Se meritano una nota positiva l’attenzione ad alcuni dettagli e la grafica, molti altri aspetti potevano essere curati meglio.

Fa piacere comunque vedere che per certi elementi l’accessibilità è stata tutelata, anche se ancora non è sufficiente.