Le novità sui conti di Italia.it

Italia.it logoLa vicenda del portale italia.it è stata ampiamente illustrata su questo sito e su numerosi altri blog della rete, ma da qualche tempo era caduta dietro un inevitabile silenzio, soprattutto per mancanza di novità a riguardo. C’è da dire che anche il governo ha fatto il possibile per evitare il dialogo, ma è di pochi giorni fa un nuovo aggiornamento sulla situazione.

E’ sempre scandaloitaliano a farsi avanti, stavolta facendo luce sull’aspetto economico di italia.it, con risposte ufficiali da parte di Lelio Alfonso, responsabile della comunicazione istituzionale del governo.

Quali sono le novità?

Gli stanziamenti globali per l’intero progetto ammontano a 58,1 milioni di euro, di cui 35,9 impegnati ad oggi. Restano 22,2 milioni di euro che devono essere ancora spesi. La vicenda quindi non finisce, anzi ci saranno altri sprechi, con cifre che nessun progetto di qualsiasi dimensione potrebbe giustificare.

Ma non è tutto, perchè dai conti emergono altre spese ad oggi sconosciute per 2 milioni di euro, per la promozione del portale.

Un’altra cifra poi ha attirato la mia attenzione: 1,237 milioni di euro per “spese appalto, studio di fattibilità ed altre incombenze preliminari”. Come riuscite a giustificare un milione speso per uno studio di fattibilità preliminare? Con una cifra del genere si potrebbe realizzare qualsiasi cosa, ma qui no.

Insomma lo scandalo continua, onore a scandaloitaliano che continua a fare luce sulla vicenda.

Vi rimando al post per i dettagli e per una descrizione accurata dei retroscena.

Risoluzione minima: addio 800×600?

In fase di realizzazione di un sito web, uno dei primi aspetti da considerare per quanto riguarda l’interfaccia è la risoluzione minima da supportare.

E’ ovviamente possibile creare un sito a larghezza fluida come TomStardust.com, ma si dovrà comunque decidere fino a che punto poter ridimensionare il layout. Se fino a qualche tempo fa era ancora logico supportare la risoluzione 800×600, dopo una valutazione del panorama italiano ed internazionale sento di poter dire che ormai il limite è stato superato. Le percentuali di visitatori con una tale risoluzione sono sempre meno, mentre aumentano gli schermi widescreen.

Se poi consideriamo alcuni tra i siti più popolari vediamo come il recente redesign di Punto Informatico sia per una larghezza minima di 1024 pixel, e anche in ambito non tecnologico ci si sia spinti su standard analoghi: il sito di Repubblica è da tempo creato su misura per i monitor a 1024×768, e anche una piattaforma di blogging come Splinder ha ridisegnato la propria homepage per la stessa risoluzione.

Il mio consiglio resta quello di realizzare layout fluidi che possano adattarsi allo schermo del visitatore, ma non sentitevi troppo in colpa se il vostro sito mostra delle barre di scorrimento ad 800×600. Certo, ci saranno ancora utenti con vecchi pc (su questo sito sono circa il 2% dei visitatori totali), ma a mio parere è ormai sufficiente garantire la leggibilità dei contenuti e la possibilità di navigare tra le pagine. Cosa ne pensate? Se conoscete siti che vanno contro questa tendenza citateli senza problemi.

Passaggio a Mac

MacBook ProDopo anni davanti ad un Pc, da qualche settimana il mio modo di lavorare è cambiato: sono passato ad un Mac.

Sono sempre stato abbastanza scettico nei confronti di una scelta del genere, e non avrei mai pensato di farlo in tempi brevi, ma gli eventi (cambio di lavoro) mi hanno trascinato, ed ora mi trovo davanti ad un MacBook Pro 15″ nuovo fiammante.

L’esperienza dell’unpackaging è qualcosa di incredibile, e tutti i possessori di un prodotto Apple ne sanno qualcosa. Ho fatto qualche fotografia: potete vedere tutti i passi dell’apertura della confezione sul set di Flickr che ho creato.

Ma passiamo alla parte più interessante: è cambiato il mio modo di lavorare? Sicuramente il tempo trascorso non è abbastanza per dare un giudizio definitivo, ma fino ad ora posso ritenermi più che soddisfatto. La prima cosa che si nota sono i tempi di accensione/spegnimento ed i vari caricamenti delle applicazioni: quasi inesistenti! Sicuramente l’hardware aiuta, visto che ho un Intel Core 2 Duo a 2.2Ghz con 2GB di RAM, ma con un Pc di pari livello l’esperienza sarebbe stata totalmente diversa.

Parallels DesktopI miei dubbi maggiori riguardavano i programmi disponibili, ma in poco tempo ho dovuto ricredermi. Ogni software ha una sua alternativa per Mac, che se non è identica è migliore. Adium per l’istant messaging, CSSEdit per la creazione di CSS, Tomato ed aMule per il download p2p, StuffIt per la gestione degli archivi.. e la lista potrebbe continuare ancora. Senza contare che non c’è più bisogno di un antivirus, e per testare i siti internet su Internet Explorer c’è sempre Parallels, che consente di far girare Windows XP su Mac Os X senza alcun problema. Se siete interessati a qualche consiglio chiedete pure, sarò felice di condividere quello che ho imparato!

Un’altra nota è da fare sul metodo di lavoro. Prima non riuscivo a lavorare senza due schermi ed il desktop esteso, visto che mi serve sempre un editor per il codice HTML, uno per i CSS, ed almeno un paio di browser aperti su cui vedere i risultati. Ho provato la stessa configurazione su Mac, e mi sono trovato male. Grazie ad Exposé il multitasking è semplicissimo e passare da una finestra all’altra è questione di un secondo: sembrerà strano, ma adesso mi trovo molto meglio a lavorare su un singolo schermo.

Un lato negativo in tutto questo c’è: anche se recentemente i nuovi MacBook Pro sono diminuiti leggermente di prezzo, riconosco che hanno un costo proibitivo. Se però avete la disponibilità economica e la voglia di effettuare lo switch una volta per tutte, sappiate che non sarà così traumatico come pensate.

Aspettatevi qualche articolo in più su eventuali risorse per Mac OS, ma non preoccupatevi perchè continuerò a scrivere così come ho sempre fatto, parlando di web design ed internet indipendentemente dallo strumento con cui lavoro.

Stardust WordPress Theme tradotto in italiano

Dopo aver annunciato la realizzazione del tema Stardust v1.0 per WordPress ed i suoi successivi miglioramenti grazie ai test su Mac OS, ho una nuova segnalazione da farvi. Il tema è stato interamente tradotto in italiano, ed ora può essere utilizzato senza problemi da tutti coloro che hanno WordPress localizzato nella nostra lingua.

Ringrazio Carlo Perassi che si è occupato del lavoro visto il poco tempo che avevo a disposizione.

Trovate sul suo blog tutte le indicazioni per scaricare il tema tradotto.

HTML5 ed il futuro di internet

Dopo aver parlato di standard web e della contrapposizione tra W3C e WCAG Samurai, è indispensabile fare chiarezza anche sul futuro dell’HTML.

Da tempo è avviata una discussione sulla specifica migliore per internet, e la strada sembra dividersi su due possibilità: HTML5 e XHTML2.

Da un determinato punto di vista sembrerebbe più logico passare da XHTML 1.0 alla specifica 2.0, non è però detto che le cose seguano questa direzione, anzi. I produttori di browser sembrano preferire una nuova versione dell’HTML, e molte discussioni degli ultimi mesi indicano la stessa strada, tanto che il W3C è tornato sui suoi passi.

Per capire qualcosa di più sulla questione, consiglio a tutti gli interessati la lettura di un ottimo articolo di Maurizio Boscarol, commenti compresi. E’ una serie di domande e risposte che permette di comprendere meglio lo scenario futuro del web. Il post è stato creato a Maggio, ma viene aggiornato ogni tanto con nuovi elementi.

Stiamo parlando dello sviluppo di un linguaggio che occuperà molti dei prossimi anni, ma è fondamentale che si individui fin da ora la direzione giusta per non cadere in inutili perdite di tempo.

Se volete inoltrarvi nella disputa tra HTML5 e XHTML2, vi segnalo anche un articolo di HTML.it, traduzione di un ormai famoso intervento di David Andersson su Digital Web Magazine.

L’accessibilità tra W3C e WCAG Samurai

Più di un anno fa, Joe Clark aveva attaccato il W3C e le sue linee guida sull’accessibilità in un articolo ormai famoso di A List Apart. Era evidente che la situazione avrebbe portato a qualche clamorosa conseguenza, ed infatti di lì a poco sorse WCAG Samurai, un’iniziativa indipendente che si proponeva di scrivere delle proprie linee guida.

Dopo un lungo periodo di attesa, sono da poco state pubblicate le WCAG Samurai Errata, segnalate da Roger Johansson: delle indicazioni che vanno ad integrare e correggere le WCAG 1.0, pur usandole come base.

Si compongono di due parti: un’introduzione che spiega come interpretare il documento, e le linee guida vere e proprie. La differenza principale è la sinteticità: non c’è spazio per equivoci. Ecco alcuni punti principali:

  • Le tabelle per il layout sono proibite
  • I frames sono proibiti
  • Il codice delle pagine deve essere valido
  • Il codice delle pagine deve essere semanticamente valido
  • Gli attributi accesskey e tabindex sono proibiti

Davanti ad uno scenario del genere, cosa aspettarsi? E’ interessante vedere un sempre maggiore fermento verso le tematiche legate all’accessibilità della rete, ma ci sono anche dei rischi.

Se il movimento finisse per frammentarsi in una serie di indicazioni differenti tra loro, secondo voi cosa succederebbe? Probabilmente i produttori di browser si sentirebbero ancora più autorizzati a decidere autonomamente, cosa che la Microsoft ha cercato di fare per anni imponendo le proprie scelte come standard, grazie alle sue quote di mercato.

La speranza è che tra W3C e WCAG Samurai si riesca a definire uno standard unico, evitando di restare imbrigliati in burocrazie eccessive. Staremo a vedere cosa ci riserverà il futuro.

Il sito CSS Showcase tutto italiano: CSSGlance

CSSGlance LogoSu internet i siti realizzati con i CSS sono in costante aumento, ed a testimoniarlo sono le gallerie showcase che raccolgono i migliori lavori. Ne esistono molte, alcune più autorevoli di altre, ed una è nata da poco tempo: CSSGlance.

Ne parlo per un valido motivo: è un lavoro tutto italiano con alcuni spunti interessanti per emergere dalla massa.
I siti segnalati vengono classificati in base a diversi parametri:

  • media dei voti, visto che ogni entry può essere giudicata dai visitatori
  • piattaforma CMS, con una netta predominanza di WordPress sulle altre
  • colore principale
  • tipologia di contenuto, dai blog alle web agency
  • tipo di layout: fisso, liquido o elastico
  • menu di navigazione orizzontale o verticale
  • numero di colonne
  • rispetto degli standard
  • utility varie, come la presenza di una photogallery

Quello che mi ha colpito è la presenza di una sezione dedicata ad articoli sul web design, cosa che non è presente nella maggior parte degli showcase, che si accontentano esclusivamente di mostrare siti.

Penso che insistendo in questa direzione, cercando di innovare con funzionalità originali, CSSGlance possa ritagliarsi un buono spazio nel panorama delle gallerie CSS. C’è ancora del lavoro da fare, ma le premesse sono interessanti.

Cosa ne pensate? Se avete idee e suggerimenti i creatori di CSSGlance potrebbero benissimo considerarli, dite la vostra!

Babelgum Beta apre a tutti: inviti disponibili

Babelgum screenshotJoost e Babelgum, le due televisioni p2p più famose della rete, sono ormai vicine al lancio ufficiale. Proprio per questo, dopo l’apertura di Joost con inviti infiniti a disposizione dei beta tester, anche Babelgum si aggiorna.

Questa TV on-demand ha appena lanciato un nuovo sito, decisamente più curato rispetto a quello iniziale, e sta aumentando il proprio numero di utenti.

Attualmente ci sono due modi per provare Babelgum:

  • Tramite il sito ufficiale, dove ogni giorno viene messo a disposizione un numero limitato di download del client.
  • Con gli inviti illimitati a disposizione dei beta tester

Così come è stato per Joost, metto a disposizione i miei inviti: ricordatevi che ho bisogno di nome, cognome ed indirizzo e-mail valido. Vi consiglio comunque di provare prima il download dal sito, se disponibile vi eviterà attese inutili.

Dite la vostra opinione anche su questa applicazione, che ovviamente è molto simile a Joost. La differenza sarà data dai contenuti che per il momento scarseggiano, ma sono comunque sufficienti per farsi un’idea di come sarà la TV su internet.

Stardust WordPress Theme anche per Mac

Pochi giorni fa ho reso pubblico il mio tema per WordPress, oggi segnalo un aggiornamento già disponibile sul sito ufficiale.

Le novità di questa versione riguardano soprattutto gli utenti Mac: adesso il tema Stardust è stato testato anche con Safari, Camino e Firefox su Mac OS X, con la correzione di alcuni problemi di visualizzazione presenti nella prima versione.

Gli altri fix:

  • Aggiunta dell’anno nelle date dei post
  • Corretta la dimensione delle sottocategorie nella sidebar

Scarica il tema dal sito ufficiale di WordPress!

Google Street View, panoramica sulle strade

Google logoIn questi giorni Google ha lanciato una nuova funzione di Google Maps, chiamata Street View. Il concetto alla base è molto semplice: cliccando su questa modalità diventa possibile avere una visuale panoramica di tutte le strade coperte dal servizio, muovendosi e ruotando lo sguardo a 360°.

Se volete provare, seguite questo collegamento dove è visibile il nuovo negozio Apple sulla 5th Avenue a New York. Bello vero?

La funzionalità Street View non è ancora attiva sugli account italiani, per questo motivo molti potrebbero non vederla accedendo normalmente a Google Maps. Anche le città coperte dal servizio sono pochissime e solo negli Stati Uniti: New York, San Francisco, Las Vegas, Denver e Miami. Come da tradizione quindi il servizio è ancora in piena fase beta, ma le potenzialità sono enormi: quante volte ci è capitato di guardare una cartina e non rendersi veramente conto di come si sviluppi una strada? In questo modo ogni dubbio sparisce e tutto diventa molto più facile, grazie anche all’immediatezza dell’interfaccia.

Da notare che è stato annunciato sul blog ufficiale di Google anche l’acquisto di Panoramio, un sito con un database immenso di fotografie geolocalizzate. Sicuramente torneranno utili anche per questa nuova funzione di Google Maps.

Aggiornamento: iniziano a sorgere le prime polemiche sulla privacy, ed un post mostra alcune foto curiose. L’auto di Google, che ha girato gli Stati Uniti fotografando qualsiasi cosa, sembra aver superato il limite più di una volta. Possibile che si siano spinti troppo oltre?