La seconda edizione di uxday: la conferenza dedicata alla user experience. Cosa mi porto a casa?
Qualche giorno fa ho partecipato per la seconda volta a UXDay: conferenza italiana sulla user experience organizzata da GrUSP. Ero rimasto molto soddisfatto della prima edizione, sulla quale avevo già scritto qualcosa, e decidere di comprare il biglietto per questo secondo appuntamento per me è stato naturale.
Evento sold out, tanti partecipanti tra cui molti giovanissimi, ed un cinema teatro Sarti a Faenza che come sempre è una gran bella location. Tra l’altro complimenti all’organizzazione che è riuscita a riorganizzare l’evento (che doveva essere a giugno), a causa delle alluvioni in Emilia-Romagna. Bravi tutti i ragazzi di GrUSP.
Gli argomenti di uxday 2023
Questa edizione per me è stata diversa dal solito: da quando lavoro nel digitale avevo sempre usato Twitter per segnarmi i passaggi importanti di ogni evento e condividerli con chi mi segue. Ma dopo aver lentamente abbandonato il social e aver poi disinstallato l’app dal mio smartphone dopo il passaggio a X, questa volta ho preso appunti alla vecchia maniera, su un foglio di note digitali.
Tornando a uxday: ci sono stati 9 interventi distribuiti nell’arco di tutta la giornata.
Si è parlato di architettura delle informazioni, microcopy, sostenibilità ed accessibilità, progetti multiculturali, test di usabilità, e gestione degli stakeholder.
Argomenti interessanti con alcuni talk molto ben riusciti. Altri invece avevano un ottimo potenziale che però non è stato sviluppato pienamente: peccato, perché in 35 minuti per ogni intervento ci sarebbe stato lo spazio per andare più a fondo.
Sicuramente il fatto di essere uno dei pochi over 40 in sala non mi metteva nel target ideale della conferenza. Ma vista la verticalità dell’evento e i tanti professionisti presenti, probabilmente si poteva osare qualcosa di più.
Tra i talk che ho apprezzato di più c’è sicuramente quello di Luca Rosati sull’organizzazione delle informazioni in un mondo digitale dove i touchpoint sono sempre di più.
Bello anche l’intervento di Maria Sole Biondi e Sara Fazzini: era rivolto a colleghi UX Designer con indicazioni utili per convincere i propri stakeholder (e facciamolo qualche test in più in azienda!), ma è stato interessante anche per me che sono freelance e lavoro spesso in autonomia a diretto contatto col cliente.
I miei clienti spesso non hanno idea che le attività di UX research e design possono portare dei vantaggi. La maggior parte delle volte non sanno nemmeno che esistono certe pratiche.
Cosa possiamo fare quindi?
Tenere le cose semplici, non usare termini complessi, non aspettarsi domande perfette. Per avviare un progetto di ricerca la chiave è individuare le aree in cui non ci sono dati. È la situazione ideale per portare dei risultati, coivolgendo il cliente / stakeholder in ogni fase.
Cosa mi porto a casa?
Le riflessioni finali derivano dal bellissimo talk di chiusura di Ilaria Mauric, che ero curioso di ascoltare. Ilaria si era preparata per tempo, con un sondaggio rivolto a UX Designer per analizzare la situazione del settore su temi come diversità, equità, inclusione e progettazione etica.
Ti invito a leggere i risultati del sondaggio (al quale avevo risposto anche io), che lei ha presentato in un talk dal titolo Il grande disincanto che è tutto un programma.
Parliamo di accessibilità e sostenibilità, critichiamo i dark pattern, ci scandalizziamo per l’intrusione nella privacy delle persone, ma poi concretamente cosa succede? Ben poco.
Come designer abbiamo un potere enorme ed una responsabilità altrettanto grande. Sta a noi farci carico di certi temi, partendo anche in piccolo per dare un contributo reale e concreto.
Nascondersi dietro le classiche scuse “non c’è tempo” e “non ci sono soldi” non serve a niente. Potremmo farlo all’infinito e non cambierebbe niente.
È uno dei motivi per cui mi sono sempre interessato all’accessibilità del web, e ancora oggi c’è scarsa attenzione verso certi argomenti. È per lo stesso motivo che nel 2022 ho iniziato a lavorare introducendo il tema della sostenibilità in quello che faccio.
È abbastanza? Sicuramente no.
Posso fare di più? Certamente.
Ma è un primo passo che come minimo serve a sensibilizzare i miei clienti: da qui posso continuare a crescere.
I libri consigliati
Durante la conferenza sono stati citati numerosi libri, tutti interessanti. Ti riporto qui una selezione che potrebbe farti comodo:
- Ruined by Design — Mike Monteiro
- Undercover User Experience Design — Cennydd Bowles
- Technically Wrong — Sara Wachter-Boettcher
- UX Microcopy — Kinneret Yifrah
- Connected Content — Mike Atherton
Alla prossima edizione
Ci vediamo il 7 giugno 2024, sempre a Faenza. Vuoi approfittare dei biglietti scontati very early bird? Puoi già farlo acquistando ora l’ingresso.