Free Site Validator: HTML valido su un intero sito

Un nuovo servizio permette di controllare la validità del codice HTML di un intero sito e di ricevere il resoconto via email.

Fino ad ora per controllare la validità del codice HTML di un sito l’unico strumento disponibile era il validatore del W3C. Sicuramente efficiente per effettuare verifiche su singoli documenti, ma inutilizzabile su siti con centinaia di pagine.

Grazie alla segnalazione del sempre eccellente Roger Johansson ho scoperto Free Site Validator: come si può intuire dal nome questo servizio permette di validare il codice di un intero sito dopo essersi registrati ed avere inserito l’URL. In questo momento proprio a causa della segnalazione di 456 Berea Street il sito ha subito un deciso rallentamento ed i report non sono immediati, ma poterli ricevere via email evita ogni problema: l’attesa è comunque accettabile.

Free Site Validator permette di:

  • Controllare la validità di tutte le pagine di un sito partendo da un indirizzo: il report mostra un link alle pagine con errori, identificandoli.
  • Verificare la presenza di link a pagine inesistenti: vengono evidenziati i link errati e la pagina dove sono stati inseriti.
  • Installare su Ubiquity il comando validate per controllare al volo qualsiasi pagina con il validatore del W3C (per sapere cos’è Ubiquity ti consiglio questo post).

Il servizio è veramente buono ed al momento insostituibile, l’unico dubbio è se sia in grado di sopportare il gran traffico che sarà generato col passare dei giorni e con l’aumento della sua popolarità.

Finchè la velocità del sito è accettabile approfittatene: io ho ricevuto il report di TomStardust.com (quasi 600 pagine) dopo qualche ora.

Module, il CMS essenziale

Un semplice sistema per la gestione dei contenuti si propone come alternativa ai CMS più avanzati.

Per la realizzazione di un sito internet è fondamentale sapere in partenza se dovrà essere statico o dinamico. Se i contenuti avranno bisogno di essere modificati regolarmente, esistono numerosi CMS per una gestione più o meno dettagliata; spesso però queste soluzioni sono fin troppo complesse per dei siti elementari senza particolari necessità.

Joomla, Drupal, ma anche WordPress, sono sistemi per la gestione dei contenuti che in molti casi offrono più del necessario, quando magari sarebbe sufficiente poter modificare il testo contenuto in una semplice pagina.

E’ in questo contesto che si inserisce Module, un CMS essenziale realizzato da Giovanni Meloni. Una volta configurato ed installato sul server, consente di cambiare il testo contenuto in una pagina senza appoggiarsi ad alcun database. Dopo l’autenticazione dell’utente, apparirà un pop-up con il testo modificabile tramite un editor come NicEdit o TinyMCE.

Potete provare subito Module in questa pagina demo.

Ha ancora bisogno di essere perfezionato, ma credo che l’esigenza di uno strumento del genere sia diffusa. Al momento ci sono soluzioni alternative come CushyCMS, ma in quel caso i contenuti vengono ospitati su un server esterno. Con questa soluzione invece si ha il controllo totale della piattaforma, la soluzione ideale per siti di una sola pagina o comunque non troppo complessi.

Collabora al progetto

Module necessita ancora di miglioramenti: il suo autore è attualmente in cerca di altri programmatori e sviluppatori php interessati a collaborare con lui. Se siete interessati contattatelo direttamente da questa pagina, ricordando che questo progetto è gratuito, rilasciato con licenza Creative Commons.

Dal mio punto di vista, l’interfaccia ed il funzionamento avrebbero bisogno di alcune modifiche. Eviterei l’utilizzo di pop-up che rendono l’applicazione inaccessibile, e cercherei di facilitare ulteriormente l’installazione. Invece di aggiungere troppe stringhe di codice, l’ideale sarebbe poter applicare una classe all’elemento che si vuole modificare: tutto dovrebbe essere poi gestito lato server.

Se avete altri suggerimenti dite la vostra nei commenti, saranno letti dall’autore. Sono ben accette anche altre segnalazioni di applicazioni simili: potrebbero comunque servire alla crescita di questo CMS basilare.

Lifestreaming su WordPress

Un plugin per Wordpress consente di avere in una pagina il resoconto di tutte le proprie attività online. Pro e contro nel confronto con Sweetcron.

Nel mio articolo precedente ho affrontato l’argomento Lifestreaming, parlando di Sweetcron. Oltre a questo strumento però, esiste una soluzione già pronta per tutti gli utenti di WordPress, segnalata pochi giorni fa da WordPress Mania. E’ stato infatti creato un plugin che si occupa proprio di raccogliere i Feed RSS dei servizi più noti in una pagina del proprio blog.

Il plugin si chiama semplicemente Lifestream: dopo averlo attivato ed aver configurato dall’amministrazione i Feed RSS da importare, è sufficiente inserire in una pagina il tag [lifestream] per vedere apparire tutta la propria attività.

Il risultato può essere facilmente personalizzato tramite fogli di stile, in modo da adattare la pagina al proprio blog. Tra l’altro il plugin offre la possibilità di programmare dei post con il resoconto giornaliero: gli articoli verranno pubblicati in automatico ed assegnati ad una specifica categoria.

I requisiti del plugin Lifestream sono basilari: WordPress aggiornato almeno alla versione 2.5 e php 5.

Pro e Contro

Una soluzione di questo tipo potrebbe essere interessante come alternativa a Sweetcron, che ricordo essere ancora in beta. Sicuramente WordPress è una piattaforma molto più stabile e collaudata, tenendo anche presente che al momento non è possibile sapere quando Sweeetcron raggiungerà una versione stabile.

Se inoltre avete già un blog WordPress e non volete avere altre complicazioni, installare un semplice plugin è un’operazione molto più immediata rispetto alla configurazione di un nuovo strumento.

D’altro canto però non è detto che integrare il vostro lifestream in un blog già esistente sia la soluzione ottimale. Personalmente immagino bene questo tipo di contenuti in un contesto indipendente, non incluso in un’altra piattaforma, magari con un proprio dominio o anche solo un sottodominio diverso.

Sta a voi valutare la soluzione migliore per le vostre esigenze: è comunque innegabile che avere in una pagina il resoconto di tutte le proprie attività web 2.0 sia una tendenza che andrà ad affermarsi sempre di più.

Sweetcron e il Lifestreaming

Una nuova piattaforma permette di riunire tutti i servizi tipici del Web 2.0 in un’unico sito: un’esigenza sempre più forte per il futuro di internet.

In questo periodo capita di sentire sempre più spesso il termine Lifestreaming. Cercando di spiegarlo in breve, è l’insieme di tutte le attività di un utente sui vari servizi del cosiddetto Web 2.0.

Last.fm per la musica, Flickr per la fotografia e YouTube per i video, passando per Twitter e le altre web application esistenti: tutto questo genera un notevole flusso di informazioni: ecco cos’è il lifestreaming di una persona.

E’ in questo scenario che nasce Sweetcron: una piattaforma da installare sul proprio spazio hosting, che una volta configurata riassume in una pagina tutti i nostri interessi. Diversamente da Facebook o FriendFeed (che comunque potete utilizzare per il lato “social”), qui i vari servizi esterni sono raccolti in maniera completamente personalizzabile e gestiti autonomamente.

La parte più interessante, che sto approfondendo in questo periodo, è la possibilità di creare dei template grafici come succede su WordPress. Dall’amministrazione di Sweetcron è possibile aggiungere i propri feed e tra le opzioni selezionare quale tema attivare: con poco php e discrete conoscenze di HTML e CSS si possono già ottenere buoni risultati, magari utilizzando come base i temi esistenti di default.

A proposito dei temi per Sweetcron ho in programma di approfondire l’argomento con una guida, se volete saperne di più e non perdervi tutti i dettagli, potete abbonarvi al Feed RSS di questo blog.

Sweetcron è stato creato da Jon Yongfook, un web producer giapponese: è possibile vedere una dimostrazione delle funzionalità proprio sul sito personale del suo creatore. Ci sono buone possibilità che piattaforme simili a questa prendano il posto dei blog in un futuro non troppo lontano: sarà interessante seguirne l’evoluzione.

Le novità di Joost e le altre Web Tv

Joost si evolve e diventa totalmente web-based, ma l’offerta è ancora scarsa. Quali sono le alternative migliori?

Joost è una tv online nata quasi 2 anni fa: i più assidui lettori di questo blog si ricorderanno una serie di post iniziata nell’ormai lontano Febbraio 2007, dove recensivo questa Web Tv insieme alla sua concorrente Babelgum.

Si basava su un software che sfruttando il p2p permetteva di vedere diversi canali (soprattutto americani) ad una buona risoluzione, senza ritardi. Ora però le cose sono cambiate radicalmente: niente più software da installare, Joost è diventata completamente web-based per facilitare la vita degli utenti e seguire la strada di YouTube.

In questi casi però il problema fondamentale sono i contenuti: se un tempo Joost e Babelgum sembravano il futuro, con il passare del tempo il panorama è totalmente cambiato. Sono subentrati altri concorrenti e la lotta si è fatta agguerrita: in questo scenario, piattaforme come la stessa Babelgum hanno cercato di ritagliarsi una nicchia puntando sulle produzioni indipendenti. Joost invece è rimasta in una sorta di limbo, ed ora nonostante la pubblicità e l’iniziale clamore sollevato, resta priva di attrattive.

Babelgum

La già citata Babelgum ha deciso di rimanere coerente con il proprio progetto iniziale, restando legata ad un proprio client software. Una critica va alla soluzione adottata sul sito, dove i video sembrano essere integrati nelle pagine, ma cliccando sul tasto play parte il download dell’applicazione: in questo modo il software sarà scaricato maggiormente, ma non è esattamente la pratica migliore per conquistare la fiducia degli utenti.

Sito ufficiale: Babelgum

Hulu

Hulu è sicuramente la tv on-demand più importante oltreoceano. Unico problema: è visibile solo negli Usa. Si autofinanzia tramite inserzioni pubblicitarie ed offre un catalogo di film e telefilm invidiabile.

Sito ufficiale: Hulu

Coolstreaming

Dopo aver superato varie vicende giudiziarie, Coolstreaming si è affermato come uno dei maggiori siti del settore raggiungibili anche dall’Italia. La filosofia di questo sito è comunque differente dagli altri, perchè si tratta di un portale che spesso si appoggia a servizi esterni (ad esempio per le trasmissioni sportive).

Sito ufficiale: Coolstreaming

Evoluzioni future

Una considerazione è doverosa: in Italia siamo notevolmente indietro rispetto ad altri paesi, e realtà come Hulu impiegheranno del tempo per diffondersi. Lo scenario americano è differente: da noi al momento resta una cosa inverosimile avere telefilm e spettacoli in streaming senza problemi.

Piattaforme di questo tipo difficilmente potranno quindi affermarsi, anche perchè essendo i contenuti a fare la differenza, senza i diritti per trasmetterli ed i relativi accordi con le case produttrici diventa impossibile arrivare lontano.

Lo scenario in ogni caso non è completamente negativo: alcune notizie fanno ben sperare, come il recente accordo tra la Rai e YouTube. Sul canale della televisione di Stato infatti è già possibile trovare numerose trasmissioni, che aumenteranno nel tempo. Non bisogna poi dimenticare che su Rai.Tv è sempre disponibile la diretta in streaming, presente anche sul portale Yalp! di alice nella versione fullscreen.

Non è ovviamente come avere a disposizione un ampio catalogo di film da cui scegliere, ma è già un passo avanti. La vera rivoluzione si avrà con la diffusione della tv on-demand, unico traguardo sensato.

WordPress 2.7: presentata l’interfaccia

Presentati sul blog ufficiale di Wordpress alcuni screenshot della versione 2.7: il lancio è imminente, ed il visual design è ormai ad un punto ben definito.

La versione 2.7 di WordPress offrirà numerose novità: ci sono già stati alcuni segnali importanti con il primo ed il secondo sondaggio sull’interfaccia dell’amministrazione, presentata pochi giorni fa al pubblico sul blog ufficiale.

La pubblicazione di un articolo riguardante il visual design di WordPress 2.7 indica che la versione attuale è molto vicina a quella che sarà la release finale, e fino ad allora cambieranno solo dettagli minori.

Il menu laterale

Come è possibile vedere da questo screenshot, il menu sarà spostato a sinistra e le singole voci saranno espandibili, per consentire di arrivare alle varie pagine con pochi click. E’ la naturale correzione di uno dei maggiori difetti di WordPress, che attualmente io ho risolto col plugin Lighter Menus.

E’ un bene che sia stata rivolta particolare attenzione alla navigazione: in una piattaforma così evoluta era impensabile dover effettuare due o addirittura tre passaggi per arrivare alla pagina desiderata.

Interessanti le considerazioni del post ufficiale, dove vengono illustrate due possibili modalità di utilizzo del nuovo menu. Cliccando direttamente sui titoli delle sezioni si avrà una navigazione per utenti meno esperti, simile al modello attuale; si potranno però anche espandere le varie categorie e chiudere quelle meno usate con un doppio click, per muoversi più velocemente all’interno dell’amministrazione.

In questo screenshot della nuova Dashboard (la bacheca), il menu infatti appare completamente chiuso:

Nei prossimi giorni verrà probabilmente presentata in maniera più dettagliata proprio la Dashboard, mentre la data del rilascio definitivo di WordPress 2.7 sarà il 10 Novembre 2008, come è possibile verificare sulla roadmap.

Aggiornamento del 21 Ottobre 2008: come previsto è stato appena pubblicato anche un post sulla nuova Dashboard, insieme ad altre interessanti anticipazioni sul funzionamento del menu di navigazione: le sezioni aperte e chiuse resteranno tali grazie a dei cookie, che memorizzeranno le preferenze dell’utente. Potete approfondire l’argomento sul blog ufficiale di WordPress.

Per chi ha notato la presenza di alcune statistiche sulla Dashboard, queste non faranno parte del core. Si tratta del plugin WordPress.com Stats adesso incluso in Jetpack, che permette di installare sul proprio blog personale lo stesso sistema di rilevamento delle visite presente su WordPress.com.

Ubiquity, comandi personalizzati per Firefox

Alla scoperta di Ubiquity, plugin dei Mozilla Labs per Firefox, con una semplice guida per creare i propri comandi di ricerca personalizzati.

Ubiquity è una delle ultime creazioni dei Mozilla labs: un plugin per Firefox che espande le funzionalità del browser.

Con una semplice combinazione di tasti ( CTRL + spazio su Pc e ALT + spazio su Mac) è possibile aprire un riquadro all’interno della finestra attiva. Da questo riquadro scrivendo poche lettere si è in grado di fare praticamente qualsiasi cosa tramite un’interfaccia a riga di comando: cercare un termine su Google o Wikipedia, tradurre il contenuto di una pagina, cercare delle immagini su Flickr o un indirizzo su Googlemaps, non ci sono limiti alle operazioni possibili.

I comandi più immediati sono:

  • g: ricerca su Google
  • w: ricerca su Wikipedia
  • f: ricerca su Flickr
  • map: ricerca su Googlemaps di un indirizzo, se selezionate del testo Ubiquity cercherà direttamente quanto evidenziato
  • translate: traduzione del testo evidenziato nella pagina da una qualsiasi lingua all’inglese, utilissima per lingue sconosciute come il cinese
  • imdb: ricerca sull’Internet Movie Database
  • twitter: aggiorna il proprio stato di Twitter

Fantastica è la possibilità di estendere i commenti presenti, importandoli da altri siti o scrivendoli autonomamente. Per maggiori informazioni vi rimando a quelli elencati sul sito ufficiale e su questo post dei Googlisti.

Creare comandi personalizzati

E’ possibile anche creare dei comandi personalizzati per Ubiquity, magari abbinando una parola chiave alla ricerca sul vostro sito web.

Seguendo questo tutorial potete realizzare in poche righe un comando che permette di effettuare la ricerca di qualsiasi termine. Una volta realizzato lo script, salvatelo in un file .js, caricatelo sul vostro server e collegatelo ad una pagina con il seguente codice da inserire tra i tag <head> e </head>:

<link rel="commands" href="http://percorso-del-file-js" name="Titolo" />

Potete provare il comando che ho realizzato per tomstardust.com andando su questa pagina dopo aver installato Ubiquity. Una volta autorizzato lo script, potrete utilizzare il comando tomstardust per cercare qualsiasi termine su questo sito.

Se a questo punto siete incuriositi da Ubiquity e non l’avete ancora installato, potete farlo dalla pagina ufficiale dei Mozilla Labs, dove trovate anche un video con una dimostrazione pratica.

Cambiamenti grafici su TomStardust.com

Ho appena aggiornato la grafica dell’header: si tratta di un cambiamento minore, ma avevo voglia di variare e ritoccare alcuni dettagli.

In questa nuova versione è sparita la mela del logo Apple, sostituita da un nuovo dettaglio grafico: l’ispirazione mi è venuta direttamente dallo shop online di A List Apart. Ho anche modificato il gradiente e l’effetto mouseover sul logo, che era fin troppo marcato. Spero che i nuovi ritocchi vi piacciano, come sempre sono aperto a critiche e suggerimenti.

Se mi seguite tramite il Feed RSS, collegatevi al sito per vedere il cambiamento!

I nuovi portatili Apple: uno sguardo critico

Tutte le novità ed i prezzi della nuova gamma di portatili Apple, dal Macbook al Macbook Pro, passando per il Macbook Air ed il nuovo LED Cinema Display.

Che la Apple si preparasse ad aggiornare la sua gamma di portatili era ormai noto da settimane. Le voci come sempre sono state numerose, ma chi si aspettava un vistoso calo di prezzo o l’introduzione di un fantomatico netbook sul mercato ha dovuto ricredersi.

In realtà già diverse ore prima della conferenza stampa circolavano indiscrezioni corrispondenti alla verità, che descrivevano con dovizia di particolari tutti gli annunci che Steve Jobs poche ore dopo avrebbe fatto al pubblico.

Tutti i portatili disponibili sono cambiati, dal Macbook al Macbook Pro passando per il Macbook Air, e c’è anche spazio per un nuovo Cinema Display da 24″. Ecco i dettagli.

Macbook

Il Macbook Apple è sicuramente la novità più eclatante. I cambiamenti sono numerosi, a cominciare dal corpo unico in alluminio che ha preso il posto della plastica. Così come negli altri nuovi portatili, fa la sua comparsa un trackpad multitouch in vetro, dove è sparito l’unico pulsante. Resta da vedere che feedback restituirà al tatto: sono curioso di provarlo.

Anche la scheda video ha subito un deciso miglioramento, abbandonando la soluzione integrata Intel, per passare ad una sicuramente più performante NVIDIA GeForce 9400M. Se prima i Macbook erano l’ideale per la navigazione web ed applicazioni non estreme, adesso si ha qualche possibilità in più. Ovviamente non aspettatevi miracoli.

Parlando dei prezzi, qualche utente distratto non se ne sarà accorto, ma questi sono aumentati nonostante le apparenze. Sull’Apple Store c’è in vendita un Macbook a 949€, ma si tratta del vecchio modello. I portatili con le nuove caratteristiche vengono venduti a 1199€ e 1499€, con processori da 2.0Ghz e 2.4Ghz.

Macbook Pro

Anche per i portatili di fascia alta c’è stato un restyling, esteticamente identico a quello dei Macbook. Lo schermo in questo caso è da 15″, e per alcuni sarà dura accettare la mancanza del 17″. Sull’Apple Store è in vendita un modello da 17″, ma si tratta del vecchio Macbook Pro in alluminio: più performante, ma comunque privo delle ultime novità.

Per quanto riguarda la scheda video ci sono importanti miglioramenti: adesso i Macbook Pro ne hanno ben due: una identica a quella dei Macbook per le normali operazioni quotidiane, ed una seconda (GeForce 9600M GT con 256Mb o 512Mb di memoria) per i giochi e le applicazioni più onerose.

Il prezzo dei nuovi Macbook Pro è di 1799€ per il modello da 2.4Ghz con 2Gb di Ram, e di ben 2249€ per quello da 2.53Ghz con 4Gb di Ram.

La notizia peggiore? La scomparsa del display opaco: disponibile solo sul 17″ che come detto appartiene alla vecchia generazione.

Macbook Air

Anche il portatile più leggero ed ultrasottile viene rinnovato, mantenendo lo stesso aspetto.

La versione da 1699€ ha un hard disk SATA da 120Gb, mentre quello da 2299€ presenta un disco rigido SSD da 128Gb. Per entrambi la scheda video è la nuova GeForce 9400M.

LED Cinema Display

Dopo anni trascorsi dall’uscita degli ultimi Cinema Display, la Apple presenta il suo nuovo prodotto.

Uno schermo da 24″ con la tecnologia LED, progettato appositamente per i nuovi portatili. Ha infatti una webcam iSight integrata, altoparlanti, microfono, 3 porte USB alimentate ed un connettore MagSafe per la ricarica. La risoluzione raggiunta è di 1920×1200, praticamente equivalente a quella dei nuovi iMac da 24″ in alluminio.

La connessione? Tramite DisplayPort: semplice da collegare, permette di arrivare a risoluzioni più alte, ma praticamente è inutilizzata da tutti gli altri produttori, che usano l’HDMI.

E’ un prodotto che ha un senso abbinato ad un Macbook, ma assolutamente privo di significato nel caso lo si voglia usare come secondo display, ad esempio accanto ad un iMac. In questo caso ci sono soluzioni decisamente migliori, anche considerando che questo ha uno schermo in vetro.

Conclusioni

La Apple continua sulla sua strada, mantenendo prezzi elevati, producendo portatili di qualità, ed innovando. C’è la possibilità di acquistare un Macbook a meno di 1000€, ma vale davvero la pena comprare un fondo di magazzino appartenente alla vecchia generazione?

Dal mio punto di vista la perdita più grande è quella dei display opachi. La moda del momento sono gli schermi lucidi: che li vogliate chiamare Crystal Brite, Xbrite o Glossy, sono praticamente inutilizzabili all’aperto o con una fonte di luce alle spalle. Me ne rendo conto sul mio iMac, che è comunque un desktop e non è esposto alla luce diretta: con un portatile le cose diventano ancora più complicate. A mio parere i più fortunati sono i possessori dell’ultima generazione di Macbook Pro con schermo opaco a LED: uno dei migliori mai visti.

Detto questo, se avevate intenzione di acquistare un Macbook, questo è comunque un ottimo momento: la gamma è stata appena rinnovata, ed il piccolo di casa Apple è il prodotto che ha subito i cambiamenti più rilevanti. Sicuramente non subirà aggiornamenti consistenti in tempi brevi.

Quando ottimizzare un sito per IE6?

I criteri da utilizzare per decidere quando trascurare Internet Explorer 6 nello sviluppo di un sito web.

Il 3 e 4 Novembre 2008 si terrà a New York l’annuale conferenza Future Of Web Design. Per pura curiosità (e deformazione professionale) dopo aver visitato il sito dell’evento ho scoperto che non è ottimizzato per Internet Explorer 6 e mi sono trovato davanti un banner con il suggerimento di installare Firefox o Safari:

Essendo un sito realizzato da professionisti del settore, ho deciso di indagare più a fondo per capire le ragioni di una tale scelta. Il passo successivo è stato controllare Carsonified, del team organizzatore dell’evento. Anche questo non viene visualizzato correttamente con IE6.

Che sia quindi ora di trascurare questo browser? Ad un primo esame sembra che anche i più noti web designer non se ne preoccupino.

In realtà le cose non sono esattamente così. Basta visitare i siti del portfolio di Carsonified per rendersene conto. Portali come Vitamin, o applicazioni web come DropSend e Amigo, sono perfettamente funzionanti anche su IE6.

C’è un motivo dietro a questa scelta? Ovviamente sì, niente è lasciato al caso in queste situazioni.

Se il sito di una conferenza sul web design, frequentato da professionisti, può permettersi di trascurare IE6, così non può essere per delle web applications che devono affermarsi in rete, ed hanno bisogno del maggior numero di utenti possibile.

Tutto dipende dal target dei visitatori, che condiziona le strategie di sviluppo di un progetto: che sia un blog, un sito, o un’applicazione non fa alcuna differenza.

Il criterio è chiaro, ed a mio parere è la scelta più corretta da fare in questo momento. Liberarsi di Explorer 6 come se non esistesse è prematuro. La sua quota mondiale di diffusione è ancora pari al 25% e non è possibile trascurarlo.

Se avete intenzione di realizzare un sito e sapete in partenza che sarà visitato da utenti comuni, dovrete continuare a preoccuparvi anche del browser Microsoft per qualche tempo.

Il discorso cambia se siete alle prese con un sito per un target di superutenti, ma questa al momento è ancora un’eccezione, non la regola.

Ricordate però che tutta l’ottimizzazione che farete sarà comunque un grande valore aggiunto, che potrete offrire al cliente quali professionisti del settore. Sfruttate la possibilità, non nascondetevi dietro a delle scuse, e vedrete anche IE6 sotto un’altra luce.