Guida per una navigazione usabile

Una guida completa per organizzare la navigazione di un sito, evitando gli errori più comuni.

Realizzare un sito usabile è un obbligo per ogni web designer professionista. Spesso però non viene riservata sufficente attenzione alla navigazione, dimenticando che un visitatore non tornerà mai su un sito dove non è capace di trovare ciò che cerca.

A questo proposito mi sono permesso di prendere spunto e reinterpretare un interessante post di ifohdesigns, per approfondire la questione suddividendola per argomenti.

Vincoli

Prima ancora di affrontare l’organizzazione della navigazione, è bene analizzare i vincoli presenti. Inutile pensare ad una soluzione se questa non è praticabile, ogni modello deve essere costruito in base al sito.

I limiti più evidenti, che spesso impediscono di seguire una scelta piuttosto che un’altra, sono:

  • il numero di pagine del sito
  • la gerarchia delle pagine e la struttura generale
  • lo stile grafico ed il layout

Consigli e divieti

Per migliorare la navigazione di un sito, è fondamentale non incorrere in gravi problemi di accessibilità ed usabilità. Alcune regole sono ovvie, ma non è mai scontato ricordarle:

  • non usare Flash per i menu
  • utilizzare JavaScript solo se i menu restano accessibili anche senza script abilitati
  • se usate delle immagini, fatelo tramite CSS con una tecnica di image replacement, senza inserirle direttamente nel codice html
  • cambiando le immagini di sfondo con i CSS, create degli sprite per evitare fastidiosi ritardi al caricamento

Posizione dei menu

I menu di navigazione possono essere posizionati in maniera più o meno originale, ma le collocazioni standard sono tre. Ci possono essere altre soluzioni, ma è meglio non esagerare con la fantasia:

  • menu orizzontale sotto l’header, se non ci sono troppe voci
  • menu orizzontale sopra l’header, per link secondari
  • menu verticale, solitamente a sinistra, facendo attenzione che le voci importanti siano visibili a colpo d’occhio e non scendano oltre i 600-700 pixel

Coerenza

La navigazione dovrebbe essere coerente su tutte le pagine del sito. Una volta decisa la struttura, è fondamentale non cambiare la posizione dei menu o modificarne l’aspetto a seconda della pagina, perchè il visitatore potrebbe rimanere disorientato.

A volte capita di trovare siti con sezioni dove manca la navigazione, con un semplice link “torna alla homepage”. Una soluzione simile non è sufficiente.

Attributi title

E’ importante non dimenticare di fornire maggiori informazioni sui link tramite gli attributi title dell’HTML. Alcune pagine possono avere nomi convenzionali e autoesplicativi, ma è sempre meglio semplificare la vita dell’utente.

Inoltre usare dei title coerenti può favorire una corretta indicizzazione sui motori di ricerca, rendendo anche il sito più accessibile.

Gerarchia

Se un sito contiene numerose pagine, non è mai conveniente metterle tutte sullo stesso livello. Meglio organizzarle in gruppi, suddividendo la navigazione per facilitare la comprensione.

A volte potrebbe bastare raccoglierle in un menu secondario, da mostrare solo quando necessario.

Breadcrumb (Briciole di pane)

Se il sito è complesso, è essenziale avere sempre visibile il percorso della pagina corrente. In certi casi può essere utile visualizzare il path anche su un blog, se esistono molte pagine distribuite su più livelli.

Come si può intuire dal nome, le briciole di pane aiutano l’utente a ritrovare la strada, capire quali pagine ha visitato e decidere quali visitare successivamente.

Footer

Fino a qualche anno fa era considerato un elemento di scarsa importanza, finchè non hanno iniziato ad apparire footer alti, ricchi di link. E’ un modo per permettere all’utente di continuare la visita del sito una volta arrivato a fine pagina.

Il footer non è ovviamente da utilizzare per la navigazione principale, ma non va sottovalutato.

Conclusioni

Organizzare la navigazione non è cosa semplice. Le variabili da considerare sono numerose e non tutte facili da gestire, soprattutto su siti con una struttura complessa.

La cosa più importante è curarsi di tutti gli aspetti, tenendo presente il target di utenti, la coerenza dei menu di navigazione e l’accessibilità degli stessi. Un menu in flash per quanto possa essere attraente impedirà a tutti i visitatori senza plugin di visitare le vostre pagine.

Se ne avete la possibilità fate dei test di usabilità, anche con parenti o amici: scoprirete cose impensabili. Con un minimo di buon senso potrete ottenere ottimi risultati.

In arrivo un nuovo tema per WordPress: Exciter

A breve pronto per il download un nuovo tema Wordpress gratuito.

Exciter (v0.5) - WordPress ThemeDa pochi giorni ho pubblicato su Flickr la prima bozza grafica di un nuovo tema per WordPress a cui sto lavorando: Exciter.

Sarà rilasciato gratuitamente come è già successo con Stardust, il mio primo lavoro. Anche questo progetto avrà codice xhtml valido e semanticamente corretto, e come sempre riserverò particolare attenzione ad accessibilità ed usabilità.

La differenza fondamentale sarà nel layout: ho voluto realizzare un tema per chi desidera un blog minimale. Tutto infatti sarà focalizzato esclusivamente sui contenuti. Niente sidebar o menu troppo invasivi, i post saranno in primo piano, con grande cura per i dettagli. Ho intenzione di creare anche un footer dove potranno essere posizionate le widget di WordPress, per garantire una buona personalizzazione.

Poichè i lavori sono ancora in corso, ogni consiglio è ben accetto: sono aperto a qualsiasi richiesta per rendere il template finale il più possibile interessante. Cercate di tenere presente la bozza grafica che ho preparato, e suggeritemi le vostre idee senza problemi!

Quando il tema sarà ultimato, potrete trovarlo su questa pagina e scaricarlo anche dalla directory ufficiale di WordPress. Se non volete aspettare, vi consiglio di iscrivervi alla newsletter di TomStardust.com: riceverete una copia del tema Exciter in anteprima.

WordPress 2.7: il secondo sondaggio sull’interfaccia

Aperto un secondo sondaggio sulla futura interfaccia di amministrazione della più famosa piattaforma di blogging.

A poca distanza dal primo sondaggio sull’interfaccia della prossima versione di WordPress, ne è stato appena aperto un secondo su altri argomenti per i quali non è ancora stata raggiunta una decisione.

Anche questa volta si parla del pannello di amministrazione, che sicuramente cambierà aspetto nonostante il restyling già avuto col rilascio della versione 2.5 della piattaforma.

Oggetto della discussione sono i seguenti elementi:

  • la posizione del box di ricerca all’interno dell’amministrazione
  • la posizione del menu “favorites”: un nuovo strumento che permetterà di avere a portata di clic tutte le funzioni più utilizzate, raccolte in un menu a tendina
  • la label della funzione “Future Publish/Edit Timestamp”, che consente di cambiare l’ora dei post e programmarli anche per la pubblicazione futura

Il sondaggio si chiuderà dopo i primi 5000 pareri, quindi se volete partecipare e dire la vostra affrettatevi!

In occasione delle precedenti votazioni, anche su questo blog ci sono stati pareri discordanti. Da un certo punto di vista è interessante l’apertura di WordPress alla community ed al parere di chi utilizza tutti i giorni questa piattaforma di blogging, ma non tutti sono sicuri che questo sia il metodo migliore.

Lascio a voi eventuali considerazioni: lo sforzo del team è ammirevole, ma c’è chi ritiene (non senza ragione) che determinate scelte riguardanti l’interfaccia debbano essere fatte con attenzione, a seguito di attenti test e verifiche.

Testimonianze di accessibilità in Italia

Marco Bertoni pubblica sul suo blog importanti testimonianze sul tema dell’accessibilità della rete.

Da tempo chi si occupa di rendere il web un luogo sempre più accessibile si è trovato di fronte muri difficilmente superabili, spesso basati su un’ignoranza diffusa. In quest’ultimo periodo non è stato bello venire a sapere anche della chiusura dell’ufficio del CNIPA: ma queste tematiche sono davvero così importanti per il web?

La risposta è una sola: assolutamente sì.

La voce dei professionisti che vogliono rendere la rete un luogo accessibile a tutti continua nonostante tutto ad alzarsi, e nascono iniziative degne di attenzione.

In questi ultimi giorni, Marco Bertoni ha riservato uno spazio sul suo blog ad una serie di testimonianze di persone direttamente coinvolte nell’argomento. Sono in molti coloro che da anni si preoccupano di realizzare siti realmente accessibili, non solo per soddisfare una legge o alcune linee guida.

Così troviamo la lettera di Marco Pandolfi, che ha lavorato al sito del comune di Civitanova Marche, ed afferma:

[..] penso che chiusura o non chiusura dell’ufficio, dobbiamo continuare a diffondere questo tipo di cultura, senza aspettare che le leggi ce lo impongano. Io l’ho presa come una “mission”.

Segue la testimonianza di Carlo Poggi, che lavora nella redazione ligure del sito internet dell’Agenzia delle Entrate:

[..] quotidianamente mi adopero per suggerire ai colleghi come scrivere/pubblicare contenuti accessibili. [..]

E’ possibile leggere gli interventi raccolti seguendo questi collegamenti:

La speranza è che gli interventi raccolti da Marco continuino ad aumentare. E’ difficile andare contro corrente, combattendo la convinzione (sbagliata!) che rendere un sito accessibile sia un inutile spreco di tempo e risorse, ma non è un’impresa impossibile.

Sarebbe sicuramente più facile con l’aiuto di un intervento dall’alto, ma ognuno in questo momento può dare il suo contributo, senza bisogno di attendere oltre. Riunire le voci esistenti serve a far capire che l’argomento accessibilità non è mai stato sottovalutato, soprattutto da chi crede che accedere alle informazioni della rete sia un diritto di tutti.

Google Chrome: le statistiche aggiornate

Dopo il clamore del lancio, il browser di Google si assesta su una quota globale pari all’1%, con risultati migliori sui siti tecnici.

Che Google Chrome non potesse mantenere i numeri dei giorni successivi al lancio era una certezza. Il browser è stato installato e messo alla prova da numerosi utenti, che sono in gran parte tornati alle proprie abitudini.

Dopo circa 20 giorni dalla sua nascita (avvenuta il 3 Settembre), è però interessante fare qualche analisi per verificarne la diffusione.

Relativamente a questo blog, che non ha i grandi numeri dei portali più famosi e viene visitato soprattutto da utenti tecnici, questi sono i dati:

  • il 3 Settembre, giorno del lancio, Chrome ha raggiunto quota 14,27%
  • dopo i primi due giorni, tra il 5 ed il 23 Settembre, la media è scesa al 5,67%
  • tra il 3 ed il 23 Settembre la media è del 6,44%

Complessivamente i numeri si allineano con quelli di Techcrunch, altro sito tecnico ma dalle visite ben superiori, le cui proporzioni restano però simili. Il 4 Settembre infatti ha dichiarato che Chrome sul proprio sito era a quota 6,23%.

Ed i siti rivolti ad utenti meno tecnici? Per un quadro più generale ci sono le statistiche pubblicate dal blog di StatCounter, che si basano su 450 milioni di pageviews realizzate tra l’1 e l’11 Settembre. Google Chrome globalmente non ha mai superato l’1,18%, per assestarsi intorno all’1% dopo i primi giorni.

E’ ancora presto per dire se le cifre siano stabili, probabilmente ci sarà bisogno di qualche altro mese di attesa. Difficile comunque capire se l’ascesa di Chrome abbia sottratto utenti a Firefox o ad Explorer: non c’è una tendenza chiara a riguardo.

Se state utilizzando il browser targato Google, raccontate la vostra esperienza nei commenti. Io lo uso esclusivamente per GMail vista la velocità di apertura delle pagine, e continuo a preferirgli Firefox per tutti gli strumenti ed estensioni che offre.

Aggiornamento: proprio oggi NetApplications ha rilasciato i dati relativi alla settimana appena trascorsa. In un panorama di 2 milioni di siti web, Chrome risulta sceso allo 0,77% di media, indicando che i numeri del browser di Google sono ancora in calo.

Adobe Creative Suite 4: novità e prezzi

Presentata ufficialmente la suite Adobe CS4 per Windows e Mac: uno sguardo alle novità e ai miglioramenti di questa versione.

Adobe ha appena presentato al pubblico la sua suite CS4, che esce a solo un anno e mezzo di distanza dalla precedente CS3. Se per molti l’operazione potrebbe essere mossa esclusivamente da motivi commerciali, in realtà le novità di questo pacchetto software sono numerose.

Interfaccia

Qualcuno ricorderà che la precedente versione della suite Adobe era uscita poco dopo l’acquisizione di Macromedia da parte di Adobe. Questa operazione aveva riunito sotto un unico marchio tutti i più famosi software delle due aziende, ma era ancora possibile notare una certa differenza tra le applicazioni nonostante la dichiarata integrazione. Adesso la situazione è decisamente migliorata, e tutti i software sono coerenti tra loro, a cominciare dall’interfaccia.

Una piccola nota va alle icone, che con la CS3 avevano subito un deciso restyling. Si nota infatti il cambiamento di colore del testo, che da bianco passa a nero per un contrasto con il background a mio avviso scadente. Sicuramente non supererebbe il test di validità del W3C.

Prestazioni

Il tanto decantato supporto alla tecnologia a 64-bit sarà solo per Windows Vista, con prestazioni che miglioreranno solo su hardware con più di 4gb di ram (si parla di un guadagno del 10% o poco più). Gli utenti Mac dovranno accontentarsi della versione a 32-bit, perchè alla Adobe hanno lavorato sul più datato framework Carbon, mentre la Apple offre il supporto a 64-bit solo su Cocoa.

Inoltre per la prima volta sarà sfruttata la GPU per migliorare le prestazioni, tanto che adesso saranno possibili alcune nuove operazioni, come la rotazione del canvas in tempo reale su Photoshop.

Photoshop CS4

Analizzando nel dettaglio Photoshop, la prima modifica evidente per gli utenti Mac sarà la presenza dell’Application Frame: un unico riquadro contenente tutti gli elementi dell’applicazione. Fino ad ora le varie finestre come quella dei layer, dei tool o dell’immagine da editare erano indipendenti. Adesso invece sarà presente uno sfondo unico, come succede ai programmi su Windows, per dare maggiore ordine e permettere di spostare tutti gli elementi contemporaneamente.

La novità non spaventi troppo gli utenti Mac, perchè l’application frame sarà comunque disattivabile dalle opzioni. In ogni caso i pareri non sono tutti negativi, c’è chi è soddisfatto della novità per poter ingrandire con un click l’applicazione a tutto schermo.

Tra le nuove funzioni, troviamo l’integrazione direttamente nel programma delle palette di Adobe Kuler, per poter scegliere combinazioni di colori al volo, in un sempre più forte legame tra software e applicazioni web.

Prezzi

Questi i prezzi delle varie Suite CS4:

  • Adobe CS4 Premium: 2638,80€ (aggiornamento da 898,80€)
  • Adobe CS4 Web Premium: 2278,80€ (aggiornamento 778,80€)
  • Adobe CS4 Production Premium: 2518,80€ (aggiornamento da 838,80€)
  • Adobe CS4 Master Collection: 3598,80€ (aggiornamento da 1198,80€)
  • Adobe CS4 Standard: 2038,80€ (aggiornamento da 718,80€)

Per chi fosse interessato al solo Photoshop CS4 Extended, il prezzo è di 1498,80€, per la versione Standard 1018,80€.

Approfondimenti e conclusioni

Se cercate altre informazioni, vi consiglio di dare una lettura all’articolo Creative Suite 4 for photographers di Imaging Resource, che analizza nel dettaglio le novità della suite Adobe rivolgendosi ai professionisti dell’immagine digitale.

Come sempre capita in queste circostanze i miglioramenti delle nuove versioni non sono così sostanziali da giustificarne un immediato upgrade. Le prestazioni della suite infatti migliorano solo su macchine equipaggiate con molta ram e con Windows Vista come sistema operativo. Su sistemi più datati non ne consiglierei l’utilizzo, visto che ad ogni versione i requisiti minimi di sistema aumentano.

Se avrete la possibilità di provare la nuova suite nelle vostre attività, lasciate nei commenti le vostre impressioni, potrebbero essere un utile riferimento per tutti i visitatori.

A List Apart sta cambiando

Jeffrey Zeldman parla di come A List Apart si stia evolvendo, per abbracciare sempre più tematiche continuando a mantenere alta la qualità delle pubblicazioni.

Che A List Apart sia un punto di riferimento per i web designer di tutto il mondo è un dato di fatto. Zeldman in un interessante articolo pubblicato in questi giorni sul suo blog, parla della sua creatura e di come si stia evolvendo nel corso degli anni, senza per questo rinunciare ad una ben affermata identità.

Scorrendo le pagine del sito, gli archivi arrivano fino al Marzo 1999. Si parla di fogli di stile, che all’epoca erano ancora praticamente sconosciuti: questo per capire l’importanza dei temi che venivano e vengono tuttora affrontati.

Più in generale, A List Apart ha da sempre guidato la crociata per l’affermazione ed il rispetto degli standard web, parlando di web design e programmazione. L’ha sempre fatto rivolgendosi a coloro che fin da subito sono stati capaci di capire in quale direzione si stava muovendo internet, cercando anche di educare chi manteneva atteggiamenti conservatori.

Dopo diversi anni però, è naturale che le cose cambino, o meglio si evolvano.

Evoluzione futura

Come sarà il cambiamento? In realtà sta già avvenendo, e non da pochi mesi.

Web standards are in our DNA and will always be a core part of our editorial focus. Standards fans, never fear. We will not abandon our post. But since late 2005, we have consciously begun steering ALA back to its earliest roots as a magazine for all people who make websites—writers, architects, strategists, researchers, and yes, even marketers and clients as well as designers and developers.

Zeldman afferma che i temi affrontati fin dalla creazione di A List Apart continueranno ad essere sostenuti, ma il target fin dal 2005 sta consapevolmente cambiando. Non più esclusivamente sviluppatori, ma anche copywriter, architetti dell’informazione, esperti di marketing e clienti, che vanno ad allargare la base di utenti del sito.

Qualità o quantità?

Questo cambiamento però non influirà con la qualità delle pubblicazioni, e che Jeffrey Zeldman si sia attivato per dichiarlo personalmente è un’ottima garanzia.

Tornando a citare le sue parole:

We review hundreds of articles and publish dozens. Some web magazines seem to have those proportions reversed, and some readers don’t seem to mind, and that’s fine. But any content you see in ALA has been vetted and deeply massaged by the toughest editorial team in the business.

A mio parere è proprio questa la forza di A List Apart, ciò che distingue le sue pubblicazioni da tanti altri siti che parlano di sviluppo sul web. I suoi articoli sono relativamente pochi (in media 2 a settimana), ma selezionati tra centinaia con grande severità.

E’ facile ottenere numerose visite pubblicando più post al giorno tutti uguali, senza dire niente di veramente originale, ma questo non è il loro obiettivo.

Conclusioni

Chi legge abitualmente A List Apart si sarà già accorto del cambiamento. Adesso la cosa è ufficiale, e probabilmente gli articoli su CSS e web standards saranno meno frequenti, ma sicuramente non spariranno. In compenso le pubblicazioni potranno interessare un bacino di utenti molto più ampio.

Se in passato avete scartato l’idea di seguirne gli articoli perchè gli argomenti trattati erano troppo tecnici, potrebbe essere il momento giusto per rivedere la vostra scelta.

L’accessibilità per i daltonici

Dal daltonismo agli altri disturbi della percezione dei colori: consigli e link utili per realizzare un sito accessibile.

Il daltonismo è spesso considerato l’unico problema nella visione dei colori, e nella relativa incapacità di distinguere il rosso dal verde.

In realtà la problematica è più ampia e complessa. Le percezioni possibili dei colori sono varie e riguardano buona parte della popolazione: l’8% dei maschi e l’1% delle femmine. Il daltonismo è solamente quella più diffusa, ed i colori problematici non sono solamente il rosso ed il verde.

Ragionando in termini percentuali, è comprensibile come la realizzazione di un sito accessibile anche a questa categoria di persone sia fondamentale.

Per non avere problemi a riguardo esistono da tempo gli standard web definiti dal W3C: i colori del testo e dello sfondo devono avere un sufficiente contrasto, sia per tenere conto delle persone che percepiscono i colori in maniera differente, che per la visione su schermi monocromatici.

Strumenti per la scelta dei colori

Fortunatamente esistono diverse risorse per poter realizzare siti che siano accessibili e attenti anche a queste tematiche. Tra i collegamenti più utili:

  • Colorblind Web Page Filter: un tool utilissimo per visualizzare una pagina esistente con diversi filtri attivi, ad esempio cecità al verde e rosso, o al blu e al giallo.
  • Ruota dei colori accessibili: scelti due colori, il risultato indica se il contrasto è sufficiente e se la combinazione è accessibile a tutti.
  • Colour Contrast Check: così come il tool precedente, indica se la combinazione di due colori selezionati rispetti gli standard indicati dal W3C. Segnala anche se i colori si avvicinano al valore corretto.
  • Colour Contrast Analyser (estensione per Firefox): un’estensione (installabile solo se registrati su addons.mozilla.org) per il browser di casa Mozilla che consente di risparmiare tempo nell’analisi del DOM di una pagina. Utilizzandola viene mostrata una tabella con tutte le combinazioni di colori di testo e background presenti, indicando se superano i requisiti minimi. Attenzione: non tiene conto delle immagini di sfondo e degli stati :hover nel CSS.
  • GrayBit: un tool che converte una pagina esistente in bianco e nero, per poter verificare se tutti i testi sono leggibili anche in versione monocromatica.
  • Contrast Analyser 2.1 (software): un semplice programma per Windows e Mac che consente di controllare il contrasto tra due colori specificati. Interessante la differenza di valutazione tra font di diverse dimensioni.

Raccomandazioni e consigli finali

Anche se la scelta di una combinazione di colori accessibile può sembrare un compito semplice, è necessaria attenzione soprattutto per i dettagli, che spesso fanno la differenza.

Un esempio può essere il contrasto tra testo ed immagini di sfondo, frequentemente trascurato. Altro caso è quello del mouseover: capita spesso di avere un contrasto sufficiente sullo stato normale dei link, per poi vedere combinazioni improponibili sugli stati :hover, :active e simili.

A volte può essere difficile mantenere un buon contrasto in tutte queste circostanze, ma per siti che si dichiarano aderenti agli standard è fondamentale che il testo sia sempre leggibile, in ogni situazione.

Concludo segnalandovi un recente test per misurare il vostro “Color IQ”: con un pò di pazienza ed un buon monitor potrete rendervi conto se avete difficoltà nella percezione dei colori.

WordPress 2.7: il sondaggio sull’interfaccia

In attesa del rilascio della versione 2.7 di Wordpress, è stato appena aperto un sondaggio per decidere come riorganizzare il pannello di amministrazione.

A pochi mesi dall’uscita di WordPress 2.6, il rilascio della versione 2.7 di una delle più popolari piattaforme di blogging è sempre più vicino.

Tra le principali novità, si parla di una riorganizzazione dell’interfaccia nonostante le modifiche da poco introdotte, e di cui ho già parlato in maniera approfondita. La cosa può stupire, soprattutto considerando che l’attuale versione del pannello di amministrazione è stata studiata in collaborazione con lo studio Happy Cog di Zeldman, ma l’obiettivo è quello di continuare a migliorare WordPress, che negli ultimi tempi si è evoluto in maniera incredibile.

Se utilizzate WordPress e volete dire la vostra, la notizia di oggi è l’apertura di un sondaggio. E’ un segno di grande attenzione verso gli utenti, che non sempre vengono considerati come dovrebbero. Che abbiate un blog su un dominio personale o su wordpress.com, potete partecipare alla creazione della nuova interfaccia esprimendo le vostre preferenze.

Il sondaggio è in inglese e lo trovate a questo indirizzo.

L’icona per il salvataggio dei file deve cambiare?

Una riflessione sul design di interfacce e sull’icona del floppy disk, utilizzata per indicare il salvataggio.

L’attività di Interface Design è spesso trascurata, ma è uno dei passi essenziali da affrontare nella realizzazione di software e applicazioni web. Negli ultimi anni i software web-based hanno acquisito grande importanza, tanto da far presagire una sempre più solida integrazione tra desktop e internet.

Tra tutte le convenzioni utilizzate però, una sta ormai diventando obsoleta: quella del floppy disk per indicare il salvataggio di un documento. In questi giorni Positive Space ha sollevato la questione, affermando che è ormai ora di trovare una nuova soluzione: i dischi floppy stanno sparendo, e le nuove generazioni di utenti non avranno modo di capire a cosa faccia riferimento l’icona.

Premettendo che trovare una soluzione soddisfacente non è cosa facile, la stessa decisione di sostituire il floppy non è scontata. L’icona del salvataggio è ormai diventata un concetto astratto, al di là del significato materiale dell’oggetto rappresentato. La convenzione floppy = salva è ben radicata, e sostituirla con un altro tipo di supporto porterebbe ad affrontare lo stesso problema tra una decina di anni.

Voi cosa ne pensate? Avete delle proposte per cambiarla o preferireste mantenerla?

Ho fatto una ricerca su diversi set di icone esistenti, e spesso l’icona del salvataggio è assente, probabilmente perchè per le pagine web il download è più che sufficiente. Tutti i set che la possiedono però non osano utilizzare una simbologia differente, proprio ad indicare quanto sia forte l’attuale convenzione.

Nell’immagine è possibile vedere alcuni degli esempi che ho trovato, direttamente dai set di icone Milky, Oxygen, Function, Fugue e Diagona.

Se è vero che il floppy ormai è un oggetto obsoleto, cambiare l’icona di salvataggio non è detto che sia una scelta saggia nel design di un’interfaccia. Dite la vostra nei commenti, nuove proposte sono benvenute: la discussione può servire anche a rendersi conto se davvero esista un’alternativa valida.